Sindacati, associazioni, movimenti, istituzioni. Ma anche famiglie, cittadini, singoli fedeli. Grande partecipazione al Convegno diocesano che si è tenuto sabato 5 dicembre nella Cattedrale di Arezzo. Significativa dunque la risposta all’invito dell’arcivescovo Riccardo Fontana per riflettere e dibattere all’interno della comunità ecclesiale, ma in dialogo costante con il territorio sull’ultima enciclica di Benedetto XVI, la Caritas in Veritate. Intento dell’iniziativa: analizzare il testo firmato dal Papa e calarlo nel comprensorio mettendo a fuoco sia gli aspetti del documento più prettamente ecclesiali, sia le tematiche legate a economia, politica, società per rispondere ad una crisi che anche nell’Aretino sta facendo sentire il suo peso.Nelle conclusioni il presule ha sottolineato che durante la giornata dedicata al Convegno ecclesiale «si sono alternati momenti di profezia e di servizio alla città dell’uomo, nel quadro di una compatta testimonianza, che rifletterà sul nostro territorio e sulla società civile». Il vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro ha definito l’assemblea radunatasi in Duomo come un kairòs in quanto dono dello Spirito per un vicendevole ascolto. Monsignor Fontana ha affermato che «la giornata dedicata all’enciclica di Benedetto XVI, ha anche inaugurato uno stile di lavoro sinodale, nel quale prima di prendere decisioni è giusto ascoltarci». «Ritrovarci insieme nella cattedrale ha aggiunto l’arcivescovo è un segno della speranza della Chiesa di fronte alle difficoltà in cui versa tutta la società civile nel momento presente». Il pastore della Chiesa aretina ha inoltre evidenziato che «la crisi attuale deve rappresentare un’occasione da non perdere per avviare un adeguato discernimento e una nuova progettualità». «Le risorgenti tentazioni di laicismo e di fondamentalismo appartengono alle eredità ottocentesche ha dichiarato sua Eccellenza che non aiutano oggi nè lo sviluppo nè la coesione sociale; l’economia aretina, abituata a “rimboccarsi” le maniche nelle piccole e medie imprese, sta valorizzando le tradizionali doti di ingegno, tenacia, dedizione al lavoro come risposta alle difficoltà del momento presente». L’introduzione al convegno è stata affidata a Donatella Pagliacci, ricercatrice universitaria di Macerata, la quale ha poi passato la parola a Fontana per un saluto e un breve momento di preghiera. Subito dopo è stata la volta delle autorità. Il presidente Acli Enrico Fiori, ha sottolineato l’importanza di “favorire la solidarietà” e che «siamo chiamati a costruire un “mosaico” da realizzare insieme». Roberto Tiezzi, presidente Mcl, ha affermato l’importanza di «accettare con spirito di servizio questa chiamata, dando vita ad un apostolato laico». Sono intervenuti anche l’assessore alle Politiche giovanili Lucia de Robertis, presente in qualità di delegato del Sindaco, il segretario generale della Camera di commercio di Arezzo, Giuseppe Salvini e la vice-presidente della Provincia Mirella Ricci, la quale ha evidenziato la necessità di «riscoprire chi siamo, per far fronte alla grave crisi». Dopo il momento dedicato ai saluti, l’arcivescovo Fontana ha introdotto il Presidente dei teologi italiani, Piero Coda, il quale ha tenuto una relazione riguardo la Caritas in Veritate, sottolineando l’importanza di «unire mercato, Stato e società civile, per fronteggiare la crisi». Il preside dell’istituto universitario “Sophia” di Loppiano, ha permesso una lettura «semplificata» di alcuni punti dell’enciclica, affermando ad inizio relazione che «la Caritas in Veritate va letta nel contesto sociale e culturale del nostro tempo e insieme sullo sfondo della Populorum progressio e del magistero del Concilio Vaticano II, che la lettera-enciclica di Papa Paolo VI riprende e rilascia». Coda, proseguendo nel suo intervento, ha focalizzato l’attenzione su le tre idee-chiave che la Caritas in Veritate riprende dalla Populorum progressio: il mondo soffre per mancanza di pensiero; non vi è umanesimo vero se non aperto verso l’Assoluto; all’origine del sottosviluppo umano c’è una mancanza di fraternità. «Il novum è condensato nell’incipit dell’enciclica dichiara Coda e sta proprio nel titolo “Caritas in Veritate”: quella caritas che nel Nuovo Testamento definisce l’agire di Dio in Gesù e, in risposta, l’agire dei discepoli, connotando la sostanza più profonda dell’esistenza personale e sociale». In conclusione Coda ha aggiunto che «è necessario aprire spazi per attività economiche realizzate da soggetti che liberamente scelgono di informare il proprio agire a principi diversi da quelli del puro profitto, senza per ciò stesso rinunciare a produrre valore economico». Al termine dell’intervento di monsignor Coda, l’assemblea partecipante al convegno è stata divisa in diciotto gruppi di studio, che hanno dibattuto su tematiche relative all’enciclica. L’arcivescovo Fontana ha dichiarato al termine del convegno, dopo aver ringraziato tutti i partecipanti e gli organizzatori: «Tra qualche mese, presenteremo un testo alla città». di Riccardo Ciccarelli