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CRISI DEL CALCIO, E SE INIZIASSIMO UN DIGIUNO?

“I campionati di Serie A e Serie B di calcio ritardano l’inizio? E’ l’occasione giusta per iniziare un digiuno ‘calcistico’ che ci aiuti a ripensare lo sport come veicolo di festa e non di business sfrenato”. E’ la provocatoria proposta lanciata da mons. Salvatore Boccaccio, vescovo di Frosinone e membro della Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali con competenze anche nella pastorale del tempo libero, sport e turismo, dinanzi alla crisi che ha investito il mondo del calcio e dello sport.“Prima che una crisi economica – commenta mons. Boccaccio – è una crisi di valori: pensiamo solo alle enormi cifre che le società di calcio devono spendere per acquisire campioni che richiamano pubblico e alla ricerca di nuovi introiti per far fronte alle spese. Senza dimenticare come a volte questo spettacolo sia diventato violento, non solo nei grandi stadi ma anche nei campi di periferia e dei piccoli comuni. Andare allo stadio con la famiglia oggi è diventato rischioso oltre che costoso”. Secondo il vescovo “lo sport ha perso quei valori costitutivi che sono la festa, il gioco, l’antagonismo e la corporeità. Quando il gioco viene penalizzato dal business crescente, la corporeità minata dal doping e la festa e l’antagonismo segnati dalla violenza fisica e verbale, cosa resta dello sport?”. La preoccupazione di mons. Boccaccio è poi verso quegli sport minori, come ad esempio la scherma, radicati nel territorio, “che per il loro poco seguito vengono considerati elitari ed oggi rischiano di essere estromessi dalle Olimpiadi, soffocati dalla morsa di altre discipline che attraggono più pubblico e dunque più denaro e sponsor”. “Fortunatamente – conclude il vescovo – si avverte nell’opinione pubblica un crescente bisogno di moralizzazione. Di fronte ad ingaggi stratosferici, a bilanci in rosso per miliardi è necessario un generale ridimensionamento e risanamento del sistema sportivo. Ciò non significa rinunciare allo sport ma piuttosto riscoprire il vero senso dell’attività fisica e recuperare il valore della vacanza e del tempo libero passato in famiglia e con gli amici”. D.R.