Vita Chiesa

Creato: Unione superiori generali, «inquinamento è peccato contro le generazioni future»

«Un’opportunità offerta ad ogni sorella consacrata per fare la differenza nella nostra cura del pianeta». Con queste parole suor Sheila Kinsey, delle Suore Francescane Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, ha definito la campagna «Seminare speranza per il pianeta», promossa dalla Commissione giustizia, pace e integrità del Creato dell’Unione internazionale delle superiore generali (Uisg) in collaborazione con il Movimento cattolico mondiale per il clima.

«Il cambiamento non è possibile senza motivazioni e senza un processo educativo», ha ricordato la religiosa che della Campagna è la coordinatrice. «Serve una conversione sia personale che collettiva», ha detto suor Kinsey per la quale «occorre andare avanti insieme, con una risposta orchestrata e coordinata, mettendosi in ascolto del pianto della Terra e del grido dei poveri». Intervenendo alla 92ª Assemblea dell’Unione superiori generali (Usg) che si è aperta oggi ad Ariccia, alla Casa Divin Maestro, suor Kinsey ha presentato la Campagna, basata sui verbi «vedere, giudicare, agire», che si articola in una serie di iniziative tra cui i webinar, cioè corsi online, su argomenti specifici ed eventi a livello locale promossi dalle diverse Congregazioni. Senza dimenticare il sito internet dedicato che raccoglie notizie, mette a disposizione materiali e condivide buone prassi.

«Le prime vittime della crisi ecologica sono i poveri, cioè coloro che hanno contribuito di meno a causare la crisi», ha ricordato don Joshtrom Isaac Kureethadam, coordinatore del settore di «Ecologia e Creato» del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, per il quale la crisi ecologica «è una crisi profondamente spirituale e religiosa». Non a caso, la «Laudato Si’» di Papa Francesco è «di fatto un’enciclica sociale piuttosto che sui cambiamenti climatici», ha affermato don Kureethadam evidenziando che «la parola ‘clima’ è menzionata solo 14 volte nel testo, mentre il termine ‘poveri’ 59 volte». Nella sua relazione il rappresentante del dicastero vaticano ha ricordato che «Papa Francesco invita le Chiese, le religioni e tutte le persone di buona volontà, a prendersi cura della nostra fragile casa comune, prima che sia troppo tardi». La terra, ha osservato il sacerdote salesiano, «è la tavola comune del genere umano posta da Dio per tutti: intorno a quel tavolo ci riuniamo, in uno spirito di convivialità, non in una corsa agonistica, ma in una gioiosa comunione, nutrendoci e riparandoci a vicenda». In Laudato Si’, ha spiegato don Kureethadam, «il Papa offre una sintesi magistrale delle molteplici manifestazioni della crisi ecologica contemporanea, la crisi della nostra stessa casa: inquinamento e rifiuti, cambiamenti climatici, esaurimento delle risorse naturali, in particolare l’acqua, e perdita di biodiversità». Ma, ha fatto notare, «il volto ‘umano’ della crisi ecologica contemporanea è più evidente quando esaminiamo il suo impatto su ambiti del benessere umano come la nutrizione, la salute e la casa».

«Stiamo peccando contro le generazioni future» lasciando loro «la terra, l’acqua e l’atmosfera inquinate, un pianeta scarso di risorse naturali che abbiamo già consumato a un tasso totalmente insostenibile». Questa la forte denuncia dell’Assemblea Usg. «C’è una rottura ecologica del rapporto con i nostri simili quando inquiniamo terra, acqua e atmosfera e mettiamo in pericolo la salute dei nostri concittadini», si è sottolineato nelle riflessioni del mattino guidate da Felix Mushobuzi e Juan Carrasquilla. «Nel caso del cambiamento climatico, un’eccessiva emissione di gas serra, soprattutto da parte dei Paesi ricchi con conseguenze dirette sulle comunità più povere e vulnerabili – è stato detto – è ovviamente un peccato». Papa Francesco, infatti, è stato ricordato «offre una comprensione olistica del peccato come rottura della relazione fondamentale con il Creatore, con gli altri esseri umani e con tutta la creazione». «La vocazione eucaristica delle comunità umane è quella di condividere i doni della creazione con tutti i membri della nostra famiglia in uno spirito di comunione, come quello spezzato e condiviso alla mensa del Signore», si è rilevato evidenziando che «l’ambiente naturale è un bene collettivo, è patrimonio di tutta l’umanità: per questo, la responsabilità è di tutti».

«Le grida disperate delle comunità più povere che per prime soffrono per i cambiamenti climatici continuano ad essere ignorate dai leader politici e dalla società civile nel suo complesso». E’ l’amara constatazione emersa dalla Assemblea che ha ricordato «la richiesta unanime della comunità scientifica di intervenire con urgenza e maggiore ambizione». «I prossimi anni sono cruciali», è stato rilevato. «Siamo l’ultima generazione che può e deve agire per evitare danni irreversibili alla nostra casa comune, la dimora dell’umanità e delle creature di Dio», è stato ribadito. Auspicando «un movimento popolare, un’alleanza di tutte le persone di buona volontà, per la cura della nostra casa comune» sono state inoltre presentate una serie di proposte per «stimolare e diffondere l’azione comune nella Chiesa universale e nella chiese locali» in occasione del quinto anniversario della pubblicazione della Laudato si’.