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Covid-19: Brasile, suor Laura Cantoni (Pime), “situazione catastrofica a Parintins”
“Da un mese siamo alle prese con la nuova mutazione del virus. Se dopo il picco di giugno, con 40 pazienti Covid ricoverati al giorno, quello di 62 ricoverati di settembre era sembrato alto, in questi giorni si continua a battere ogni record e si è a 154, con 6 morti in solo un giorno. E il sistema sanitario è collassato in tutta la regione”.
L’allarme è lanciato da suor Laura Cantoni, missionaria dell’Immacolata (congregazione femminile emanazione del Pime) e arriva da Parintins, città sul Rio delle Amazzoni nello Stato brasiliano di Amazonas. “Qui la situazione è catastrofica”, dice al Sir la religiosa, che è direttrice amministrativa dell’ospedale di proprietà della diocesi, uno dei due della città. Come già accaduto a Manaus, diversi pazienti sono stati trasportati in altre località.
“Tutti i missionari del Pime qui sono stati contagiati, a parte il vescovo, dom Giuliano Frigeni. Nessuno, però, ha avuto complicazioni, a parte padre Enrico Uggè, che però è in via di guarigione”, racconta suor Laura, che si trova quotidianamente di fronte a situazioni drammatiche, che ben dipingono l’attuale situazione di Parintins e dell’Amazzonia brasiliana.
“La situazione cambia continuamente e bisogna cercare di affrontarla con coraggio e creatività – scrive in una lettera rivolta alla comunità parrocchiale d’origine -. Domenica avevamo 13 puerpere positive al Covid in contemporanea, ma solo 8 letti. Mentre due partorivano, tre sono andate a casa e intanto abbiamo fatto entrare altri letti nella stanza. Una soluzione durata poche ore, perché un altro grido di aiuto urgente dall’ospedale diocesano ha fatto correre tutto lo staff, per spostare di nuovo le mamme e creare una nuova infermeria Covid e accogliere altri 9 pazienti dall’ospedale pubblico, il prossimo passo sarà mettere amache!”.
“Il dramma umano – continua suor Laura – è grande, sanitario ma anche psicologico, di depressione, solitudine, disperazione, paura, rabbia davanti a un sistema sanitario troppo debole per i poveri, che non possono pagarsi ospedali privati. Eppure è anche una grande scuola di fraternità: molti prestano quel che hanno a chi ne ha più bisogno, si organizzano su Facebook e WhatsApp per trovare pannoloni, medicine”.
Grazie all’aiuto già ricevuto dall’Italia, “siamo riusciti a comprare dei medicinali e accessori che mancavano, a pagare l’ossigeno in aggiunta al fabbisogno quotidiano”, il cui prezzo è mediamente triplicato. “Abbiamo aiutato più volte l’ospedale pubblico”. Conclude la missionaria: “I bisogni restano grandi e non c’è una previsione di diminuzione rapida dell’epidemia. In città sono cominciate le vaccinazioni, ma con numeri così ridotti sembra più propaganda che politica sanitaria effettiva”.