Toscana

Costruire la società del futuro

DI ALESSANDRO PLOTTIPresidente della CetNell’incontro dei Vescovi toscani con i vertici della Regione (il presidente Martini e il vicepresidente Passaleva) si sono sottoscritti alcuni accordi qualificanti e più in generale sono stati individuati ambiti di importante confronto e possibile sinergia.

Per quanto riguarda l’arte e la cultura, oltre a considerare gli enti e istituzioni ecclesiastiche in quanto proprietari di beni culturali (ragguardevoli per quantità e qualità), l’intesa si estende a tutti i beni di interesse storico/religioso: anche a prescindere dalla proprietà, alla chiesa viene riconosciuto un ruolo rilevante in ordine alla conoscenza, valorizzazione e fruizione di tutto il patrimonio artistico e culturale di natura religiosa. La storia della nostra terra è anche storia di fede cristiana, di arte e cultura che in quella fede affondano le radici. Una storia feconda e luminosa, da accogliere e valorizzare, non solo e non tanto da conservatori del passato, ma guardando avanti per tutto quanto un retaggio culturale di forte connotazione religiosa può riversare nella costruzione della società toscana del futuro.

Il Piano Sanitario triennale prevedeva il rinnovo degli accordi già esistenti per l’assistenza religiosa nella aziende sanitarie; si tratta di una realtà radicata nei servizi pubblici, che va incontro a una forte esigenza dei pazienti e dei loro familiari e trova nuovi significativi ambiti di attuazione in una visione della salute che tenga conto di tutte le dimensioni della persona, inclusa quella spirituale; accanto alla richiesta dei sacramenti e delle pratiche religiose, molti pazienti trovano negli assistenti religiosi un’attenzione empatica ai loro bisogni relazionali, spesso accentuati dall’andamento delle nuove patologie. Nuove forme e nuove modalità (in particolare l’estendersi delle “cappellanie ospedaliere”) potranno rafforzare i segni di presenza della comunità cristiana accanto a chi soffre.L’impegno per la pace e la solidarietà con le popolazioni irakene colpite dalla guerra sono stati ribaditi con forza. Sarà altresì sviluppato il confronto costante tra i competenti Uffici regionali e i soggetti ecclesiali impegnati sul versante missionario e della solidarietà col Sud del mondo, in particolare Centri Missionari e Caritas. Sono in cantiere più intense forme di collegamento e coordinamento, specialmente per le aree in cui si riscontrano progetti e gemellaggi sia civili che ecclesiali; come pure la CET e la Regione intendono, secondo le rispettive competenze, promuovere il nuovo servizio civile dei giovani all’estero in zone colpite da guerre e conflitti (i cosiddetti “caschi bianchi”).

Oltre al rinnovato protocollo per l’assistenza religiosa, i Vescovi e la Regione ritengono che i servizi sia pubblici, sia del “terzo settore” (inclusi quelli riconducibili alla titolarità ecclesiastica o all’ispirazione cristiana) possano concorrere con pari dignità e necessaria integrazione a un sistema socio/sanitario/assistenziale che ponga al centro la persona e i suoi bisogni, con particolare attenzione alle fasce e soggetti deboli. Si auspica che le basi del welfare toscano continuino ad essere l’universalismo dell’accesso ai servizi e alle prestazioni, i criteri di priorità legati agli effettivi bisogni, il finanziamento del sistema con risorse attinte in prevalenza dalla fiscalità generale con possibili integrazioni che siano frutto di un apporto solidale delle comunità territoriali. La capillare presenza della chiesa sul territorio regionale agevolerà la percezione delle vecchie e nuove povertà e la loro emersione in termini di diritti; in tale direzione si sta sviluppando il progetto delle Caritas diocesane per la messa in rete degli osservatori delle povertà, approvato dalla Regione in attuazione del PISR tra le misure di contrasto dell’esclusione sociale.