Toscana

COSTA D’AVORIO, VOCI ALLARMANTI FANNO SALIRE LA TENSIONE TRA I RELIGIOSI DI ABIDJAN

Torna a salire la tensione ad Abidjan, principale città della Costa d’Avorio, teatro la scorsa settimana di scontri tra migliaia di manifestanti e soldati francesi avvenuti nel centro della città, costati la vita a una sessantina di persone e il ferimento di quasi 1300. Fonti missionarie della MISNA in città fanno sapere che da ieri molte case religiose e congregazioni missionarie hanno ricevuto allarmanti telefonate da parte di funzionari delle Nazioni Unite e di elementi dell’esercito francese dislocato in Costa d’Avorio. Comunicazioni nelle quali si chiedeva ai religiosi di non uscire di casa e di fare scorta di cibo e beni di prima necessità per poter sopravvivere alcuni giorni.

Altre fonti della MISNA nel nord fanno sapere che alcuni convogli delle Nazioni Unite che oggi sarebbero dovuti partire dalla zona in mano ai ribelli per raggiungere Abidjan sono stati annullati all’ultimo momento per non meglio precisate ragioni di sicurezza. “Non riusciamo a capire queste telefonate. Ci avvisano di un pericolo imminente senza fornirci dettagli. Pare che temano un fiammata di caos non appena ad Abidjan si diffonderà la notizia dell’esito del voto del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sulla risoluzione per la Costa d’Avorio” confida alla MISNA un missionario di Abidjan.

“Continuano a invitarci a lasciare il Paese con gli aerei speciali predisposti dai vari governi, ma non hanno capito che i missionari non hanno alcuna intenzione di lasciare questo Paese e la sua gente proprio in un momento così difficile” spiega il missionario. “Sarei dovuto partire proprio in questi giorni per rientrare in Italia – racconta alla MISNA un altro missionario che ha chiesto di restare anonimo – ma non ho certo intenzione di lasciare questo Paese e i miei ragazzi adesso e in queste condizioni”.

“I missionari e le religiose hanno passato una vita intera a fianco di questa gente con cui hanno creati legami seri e solidali e non li abbandoneranno proprio ora in quello che si delinea come uno dei momenti più bui della storia del Paese” conclude l’intervistato.Misna