Toscana

COSTA D’AVORIO: DON FERNANDES (SALESIANO), FINE DI UN INCUBO, MA ANCORA PAURA

L’arresto di Laurent Gbagbo “è per noi la fine di un incubo e la speranza di uscire da un periodo di grande angoscia. Abbiamo trascorso due settimane terribili durante l’assedio del palazzo presidenziale qui ad Abidjan, ma la gente non esce in strada perché la situazione non è ancora tranquilla: si sentono spari, ci sono violenze e saccheggi”: lo dice oggi al SIR il salesiano don Antonio César Fernandes, spagnolo, da cinque anni in Costa d’Avorio, da trenta in Africa. Ieri è stato arrestato Laurent Gbagbo, il presidente uscente che, dalle elezioni del novembre scorso, non voleva riconoscere la vittoria del rivale Alassane Ouattara. “Ieri ci sono stati momenti di gioia ma un po’ in sordina – racconta don Fernandes -. La gente inizia ad uscire ma ha paura, perché abbiamo vissuto momenti di tensione enorme. E’ ancora in vigore il coprifuoco, non ci sono forze dell’ordine nonostante le promesse in tv di Ouattara, i giovani patrioti favorevoli a Gbabgo sono in giro e si sentono continui spari. Temiamo ulteriori scontri tra le due fazioni”. Nella zona 4, dove sono numerosi supermercati, “ci sono stati moltissimi saccheggi – riferisce il missionario –. Nella nostra zona, nel quartiere Koumassì, un po’ meno. Però giorni fa hanno saccheggiato un magazzino del Pam (Programma alimentare mondiale dell’Onu), portando via sacchi di riso e olio”.“Ci sono stati tanti feriti e morti nei giorni scorsi – prosegue il missionario -, la popolazione è spaventata, molti sono venuti a rifugiarsi in parrocchia. Abbiamo ancora gravi problemi umanitari: manca il pane, il gas, il carbone, le banche sono chiuse da due mesi. Fortunatamente abbiamo di nuovo l’acqua corrente e l’elettricità. Ci vorrà del tempo, non sarà facile, ma vogliamo credere che a poco a poco la situazione si ristabilirà”. Il missionario riferisce che non ci sono state ancora dichiarazioni ufficiali da parte della gerarchia cattolica. “Bisogna fare molta attenzione ad esprimere delle posizioni – osserva – o a demonizzare l’una o l’altra fazione. Perché in questi mesi ci sono stati massacri da entrambe le parti e nessuno ha le mani pulite”. I cinque salesiani gestiscono ad Abidjan una parrocchia, due case di accoglienza per bambini in difficoltà e un centro giovanile, in questi giorni costretto a chiudere per motivi di sicurezza.Sir