Toscana

COSTA D’AVORIO: APPELLO DI MONS. ADOUKONOU (CERAO), «IN NOME DEL POPOLO CHIEDIAMO PACE»

“Tutto ciò che speriamo è la pace, che si tenga conto della sofferenza della popolazione, già colpita da una povertà che negli anni si è fatta sempre più profonda. Le famiglie davvero non ne possono più e noi questa situazione la viviamo ogni giorno. E non solo in Costa d’Avorio ma anche in Burkina Faso, in Mali, nel Benin”. E’ un appello di aiuto quello pronunciato da mons. Barthélemy Adoukonou, segretario generale della Conferenza episcopale regionale dell’Africa dell’Ovest (Cerao) di cui fa parte anche la Costa d’Avorio. Padre Adoukonou – che sta partecipando in questi giorni a Rocca di Papa (Rm) alla conferenza promossa per il 40° del decreto conciliare “Unitatis Redintegratio” – è riuscito a lasciare Abidjan il giorno prima che si intensificassero gli scontri tra le forze militari francesi e le forze patriottiche. “La popolazione civile – racconta il sacerdote – ha subito dei gravi problemi. I francesi e gli europei in genere sono in pericolo, hanno saccheggiato le loro abitazioni, hanno subito furti e violenze. Credo che il loro rimpatrio sia una buona decisione. L’odio sedimentato fa vedere i francesi e i bianchi come dei nemici”.

Padre Adoukonou che tiene a precisare di essere del Benin, racconta al Sir che “la Chiesa ha difficoltà a prendere una posizione” data la “complessità e l’incertezza della situazione”. E’ difficile anche avanzare proposte alla comunità internazionale. “Alle Nazioni Unite – spiega il sacerdote – sono la Francia e l’Unione europea ad essere ascoltate e entrambe proteggono i loro interessi”. “Quello che ci auspichiamo da parte della comunità internazionale è una maggiore neutralità e l’abbandono degli antichi interessi coloniali”. Al popolo ivoriano, invece, padre Adoukonou chiede di abbandonare “un certo nazionalismo un po’ troppo chiuso che rifiuta gli originari dei paesi vicini così come gli occidentali”. “La nostra speranza oggi è che la situazione si normalizzi e che ci sia un avvenire per questo paese che per tanti è stato una terra di promessa”. Sir