Toscana

Costa Concordia: nei ricordi dei naufraghi la paura di non farcela

Al Giglio ci si prepara al giorno della memoria per ricordare il 13 gennaio 2012, il giorno della tragedia. Domani la commemorazione, le onorificenze e la posa di una lapide al Molo Rosso. Al Giglio ci sarà anche il presidente della Toscana Enrico Rossi.

Presente già oggi il capo della Protezione civile Franco Gabrielli. A causa del naufragio della Costa Concordia «32 persone non ci sono più e 2 persone non sono ancora state riconsegnate ai familiari: è lo strazio più grande». «Questi – ha detto Gabrielli – sono i momenti soprattutto del ricordo della tragedia».

IL RICORDO DEI NAUFRAGHI

Oggi sull’isola si sono visti alcuni dei quattromila passeggeri che un anno fa erano a bordo della nave da crociera. Su un motoscafo a tre ponti che assieme ad altri traghetti fa la spola da Porto Santo Stefano all’isola si mescolavano accenti del nord e del sud. C’era anche una famiglia francese. Tutti ricordano i momenti concitati di quella notte. Qualcuno è tornato per salutare e ringraziare chi l’ha ospitato. La carcassa della Costa Concordia si scorge fin da lontano. Assomiglia ad una bestia spiaggiata e la stretta al cuore è inevitabile. «Dopo quella notte l’ho rivista tante volte in televisione – confessa una signora di Venezia – Ma dal vivo fa tutto un altro effetto».

La paura e il pianto del loro bambino piccolo. Questo ricordano Anna e Diego di Pavia, che con il piccolo Filippo, il 13 gennaio dell’anno scorso, erano sulla Costa Concordia. Oggi, in occasione dell’anniversario, sono tornati sull’Isola del Giglio. «Di quella notte – racconta Anna – ricordo lo spavento, non riuscivamo a capire. Dobbiamo ringraziare i cuochi e il personale, non i graduati, che ci hanno aiutato a salire sulle scialuppe. Oggi ci restano le domande, i perché. Perché non è stato dato subito l’allarme?». La signora Anna dice di essere «tornata con piacere per rivedere la nave, l’isola, ma soprattutto per ringraziare gli abitanti del Giglio che ci hanno aiutato, che hanno fatto tanto, hanno fatto quello che altri non hanno fatto. Vedere la nave non mi crea problemi. Vorrei andare sotto a riprendere le mie cose». Di quella notte Diego ricorda «il bambino che piangeva: ha iniziato a piangere alle 21.30 ha finito alle 3 di notte».

Marco era in compagnia della moglie per festeggiare il 25° di matrimonio: «Quella notte mi sono sentito in trappola. Ancora non riesco a capacitarmi: vedo la nave lì e penso che essere riusciti a salvarsi sia stato un miracolo». «Sono stato sulla fiancata della nave per due ore – ricorda -. In quei momenti pensi solo a venirne fuori, non capivamo niente, non sapevamo se la nave sarebbe andata giù. Ricordo il panico quando la nave ha avuto l’ultimo scrollone e poi, fortunatamente, si è fermata. Eravamo in corridoio e improvvisamente il pavimento e’ diventato una parete”. Oggi sull’isola, conclude, «stiamo vagando, siamo disorientati. Siamo qua anche per ringraziare gli abitanti del Giglio che ci hanno aiutato».

«Dopo un anno, siamo ancora traumatizzati», osserva Violet Morreau, passeggera francese sopravvissuta al naufragio della Concordia. Era al ristorante con altri dieci familiari che viaggiavano insieme a lei, quando la nave urtò gli scogli. «Nessuno – racconta – ci diceva cosa fare, non avevamo giubbotti di salvataggio e le scialuppe non scendevano. Ci siamo salvati perche’ un passeggero ha preso un coltello e ha tagliato la corda della scialuppa, facendola cadere in mare. Sono qui al Giglio, oggi, nella speranza di incontrarlo e dirgli grazie. Abbiamo avuto paura di morire, come le persone che hanno perso la vita per l’incoscienza di qualcuno».

I LAVORI PER LA RIMOZIONE

All’Isola del Giglio, per la rimozione della Costa Concordia, lavorano al momento 430 persone, di almeno 20 nazionalità diverse. Lo ha detto Franco Porcellacchia, direttore del progetto di rimozione per Costa Group. «In più – ha precisato – ce ne sono altri che lavorano nei nostri uffici tecnici». Secondo l’ultimo cronoprogramma la nave, è stato confermato, potrebbe essere rimossa tra luglio e settembre. Se prima o dopo dipenderà anche dalle condizioni del mare. Per contenere al massimo i tempi arriverà anche una seconda nave cantiere. «Dopo il fissaggio – rassicura l’ingegner Porcellacchia – non si sono più registrati movimenti dello scafo».

«Quel che è certo – ha ribadito Gabrielli – è che il trasferimento della nave non sarà in alcun modo condizionato dalla realizzazione di eventuali opere che si rendessero necessarie nel porto di destinazione. La nave sarà portata via immediatamente appena sarà nelle condizioni di farlo». Confermato, tra le ipotesi, anche un suo possibile preventivo alleggerimento.

«Nessuno qua – ha sottolineato il capo della Protezione civile – ha la sfera di cristallo per poter dire che sono tempistiche definitive». «Sono stato il primo – ha ricordato – a dire, prima ancora della progettualità, che non sarebbe stata portata via prima di 7-10 mesi ed ebbi anche l’onore di uno striscione “simpatico” in cui mi si invitata a fare presto. Noi non abbiamo mai dato tempistiche prima dell’estate e abbiamo comunicato sempre tempistiche date dai cronoprogrammi». Comunque il cronoprogramma previsto dall’accordo con Titan-Micoperi «era 10/12 mesi» e va considerata la «eccezionalità della situazione», ha concluso.

I RISCHI DEI LAVORI

Il costo per la rimozione della Costa Concordia è stimato attualmente in 400 milioni di dollari, cento in più rispetto alla previsione iniziale. Lo ha comunicato Costa Crociere. Al momento della rotazione, lo scafo della Costa Concordia si deformerà ma non dovrebbe subire cedimenti strutturali. Lo ha detto l’ingegner Sergio Girotto, project manager del progetto di rimozione per Micoperi, la società che, insieme all’americana Titan, è stata incaricata dei lavori. «E’ la prima volta che una nave viene rimossa in questo modo ma le tecnologie attuali – spiega – consentono calcoli strutturali molto approfonditi. I calcoli ci confermano che la struttura non dovrebbe avere cedimenti principali. Si deformerà sicuramente perché la struttura della nave non e’ nata per essere trattata nel modo in cui la dovremo trattare nella rotazione e nel galleggiamento. Però dovrebbe rimanere il target iniziale. Dovrebbe rimanere un unico pezzo integrale». La rotazione, comunque, sarà fatta con grande cautela: «Ci vorranno due-tre giorni», prevede il tecnico di Micoperi. In questo anno, comunque, la Concordia ha subito danni. «E’ appoggiata sul fondo e ha subito schiacciamenti e deformazioni da parte delle rocce. La nave, ma già dall’inizio si vedeva, nella parte appoggiata ha delle rocce che penetrano in certi punti».

Ma i rischi ci sono. Nel momento della rotazione, «la rottura della nave è un rischio molto remoto ma non dico rischio zero». Lo ha detto Maria Sargentini, presidente dell’Osservatorio per la rimozione del relitto, in conferenza stampa all’Isola del Giglio. «Abbiamo – ha aggiunto Franco Porcellacchia, responsabile per Costa del progetto – un modello matematico che ci permette calcoli molto sofisticati. I calcoli fatti sull’applicazione dei carichi che serviranno per raddrizzare la nave ci confortano sufficientemente sul fatto che non avremo rottura».

LA STAGIONE TURISTICA

La stagione turistica 2012 ha avuto un andamento molto negativo all’Isola del Giglio e le istituzioni locali, che hanno diffuso i dati sulle presenze, ritengono che buona parte del problema sia dovuto alla presenza del relitto della Costa Concordia. Il Comune rende noto che le presenze registrate dalla Pasqua 2012 al termine del mese di ottobre (il periodo che tradizionalmente coincide con la stagione turistica estiva nelle isole toscane) hanno segnato una flessione media del 30% rispetto al 2011, con picchi di -45% in aprile e -50% in maggio. La flessione ha riguardato in particolare la zona di Campese, dove si concentra il 65% della capacità ricettiva dell’isola. Secondo i calcoli del Comune, che ha confrontato i numeri con le serie storiche, il 18% della flessione è da imputare alla presenza del relitto della Concordia, mentre il resto dipende da altri fattori, primo fra tutti la crisi economica. «La stagione estiva 2011 aveva segnato un -5% rispetto al 2010 – spiegano dal Comune – ma soprattutto è indicativo il confronto con la Costa d’argento che si trova davanti all’isola e dove storicamente le presenze sono inferiori rispetto a quelle del Giglio: nel 2012, per la prima volta, la costa ha segnato un andamento migliore dell’isola, fermando il dato negativo a un -18%. Significa che la gente ha dormito sulla costa per poi venire al Giglio in giornata, poche ore per vedere il relitto, e andarsene». Una dinamica che, sempre secondo il Comune, è confermata dall’aumento degli sbarchi al porto di Isola del Giglio: «Nei mesi di luglio e agosto gli sbarchi giornalieri sono stati circa 3 mila, contro una media storica inferiore a 2 mila».

Il sindaco dell’isola Sergio Ortelli ha chiesto quindi al governo e a Costa, oltre che a fare presto, anche un rinnovato aiuto per evitare ricadute troppo negative sul turismo: ad esempio con campagne di promozione mirate.