Toscana
Costa Concordia, missione quasi compiuta
Il vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello Guglielmo Borghetti domenica, 15 settembre, era sull’isola per pregare insieme ai gigliesi. L’occasione quella della festa del patrono, San Mamiliano. E proprio al santo eremetica del V secolo il Vescovo si è rivolto perchè «preghi il Signore perché tutto accada nell’ordine e senza nessun problema logistico». «È chiaro – ha continuato – che quando ci si affida al patrono a lui si chiedono tutte le preghiere di intercessione». E allora nel conto si è aggiunto anche un pensiero per le due persone che erano a bordo della nave e mai ritrovate nelle acque del Giglio. «Loro non possiamo proprio dimenticarle – ha aggiunto mons. Borghetti –. Un po’ come capita a tutti gli isolani: per loro quella notte rimarrà impressa nelle menti e nei cuori come un evento infausto per le vittime ma anche per quell’esplosione di meravigliosa solidarietà».
Rimettere in asse un bestione spiaggiato da venti mesi lungo quasi 300 metri, l’equivalente di tre campi da calcio, alto 52 e pesante oltre 114.00 tonnellate di stazza non era cosa semplice. Per realizzare le strutture del cantiere costruito in questi mesi attorno al relitto sono state impiegate più di 30 mila tonnellate di acciaio, pari a quattro volte il peso della torre Eiffel a Parigi. Per raggiungere la posizione verticale il relitto doveva ruotare di circa 65 gradi. Ebbene l’impresa è riuscita alle 4, nella notte tra il 16 e il 17 settembre, dopo 19 ore. Le prime parole del capo della Protezione civile Franco Gabrielli: «Siamo soddisfatti perché le sfide che il progetto presentava si sono realizzate con una precisione e una correttezza di collocazione della nave che alla fine ci ha anche un po’ sorpresi».
Un intervento che rappresenta la più grande opera di recupero navale della storia per le dimensioni del relitto e per il contesto in cui è collocato. E con l’operazione di «parbuckling» – termine che ha origine dal sistema a doppia corda con cui nell’Ottocento si facevano rotolare i barili – il progetto per la rimozione della Costa Concordia è arrivato al 76% della sua realizzazione. Una volta messa in sicurezza sarà sollevata di alcuni metri in modo da lavorare sulla fiancata rimasta sommersa su cui dovranno essere posizionati altri quindici cassoni per favorirne il rigalleggiamento. Quindi tra la fine della prossima primavera e l’inizio dell’estate la nave sarà trainata in mare per essere portata dove dovrà essere smantellata.
La partita che si apre è ora quella della localizzazione del porto: Piombino, Civitavecchia, Palermo. Il presidente della Regione Enrico Rossi, presente sull’isola, è stato netto: «Occorre portare la Concordia nel porto più vicino, siamo stati i primi a intuire che dovevamo attrezzarci, e che il relitto non doveva finire in qualche luogo sperduto. La priorità assoluta resta portarlo via dal Giglio, ma noi stiamo lavorando anche perché lo smaltimento si faccia a Piombino. Sono certo – ha concluso – che i due obiettivi saranno coincidenti». Su questo punto concorda il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D’Angelis. «Va evitato il toto-porti in corso anche perché il punto di partenza non negoziabile è l’applicazione della direttiva europea che prevede lo smaltimento dei relitti nel porto più vicino fra quelli adeguati a farlo. Mappe alla mano – ha concluso – è Piombino».