Pisa

COSI PISA ACCOGLIE I SENZA FISSA DIMORAdi Francesco Paletti

Una struttura d’accoglienza in grado di ospitare venticinque persone. Con ulteriori quindici posti per l’emergenza in quei periodi dell’anno, quale quello invernale, in cui la vita in strada si fa particolarmente dura. E poi un centro ricreativo diurno, il servizio doccia, il deposito bagagli, la lavanderia, un ambulatorio infermieristico, la mensa serale, lo sportello d’ascolto e uno spazio, adibito ad ufficio, per assistenti sociali ed operatori. Il tutto concentrato in una sola struttura, l’asilo notturno che sorgerà nei locali dell’ex distretto Usl di via Conte Fazio (Porta a Mare), una vera e propria cabina di regia delle politiche e dei servizi per l’alta marginalità della zona pisana.Per il «progetto homeless», il percorso d’assistenza e accompagnamento a persone senza dimora promosso da Società della Salute, Asl e amministrazione comunale, si tratta di una rivoluzione. Che scatterà a luglio 2008 con la consegna dell’immobile completamente ristrutturato. «L’asilo notturno ospiterà una struttura d’accoglienza notturna per venticinque persone con mensa, lavanderia, deposito bagagli, spazi per l’igiene personale e servizi telefonici mirati (lavoro, contatti con i familiari, etc) -spiega il presidente della Società della Salute Carlo Macaluso-.Ulteriori quindici posti saranno allestiti in occasione dei periodi d’emergenza, ossia nei periodi più rigidi dell’inverno e in agosto, mese particolarmente problematico per la mancanza di servizi e di altre opportunità in città». La struttura ospiterà anche lo Sportello d’ascolto per l’orientamento verso gli altri servizi socio-sanitari presenti in città e nella zona e  per la ricerca di casa e lavoro, un servizio di ambulatorio infermieristico in cui saranno fornite le prestazioni sanitarie di base. E uno spazio ricreativo, con annesso bar analcolico, in cui leggere un giornale, giocare a carte e incontrare gli operatori.Un servizio oltremodo necessario per una popolazione, quella dei «senza dimora», che nella sola zona pisana è aumentata del 42,3% in soli sei mesi (da dicembre 2006 a giugno di quest’anno) e che, dall’inizio del 2000 ad oggi, è praticamente quadruplicata. «Colpa», almeno in parte, anche del processo d’allargamento dell’Unione Europea che ha fatto lievitare il numero di cittadini provenienti dall’Europa Orientale -in particolare da Romania, Bulgaria e Polonia- in condizione di disagio estremo. Ma il fenomeno dell’emarginazione estrema d’origine straniera rischia di far passare quasi sotto silenzio quella autoctona, comunque non meno significativa, se è vero che in appena dodici mesi gli utenti italiani di «progetto homeless» sono passati dal 17% al 35%. Fra questi anche tanti pisani. Come attesta anche uno studio della Società della Salute, attualmente in corso, i cui risultati sono stati presentati nel corso del convegno «Cittadini invisibili» dello scorso 16 ottobre: negli ultimi dieci anni «Progetto Homeless» ha preso in carico 400 persone in situazione di grave disagio. Di essi 166 sono toscani e ben 80 pisani.Nell’autunno prossimo, dunque, si chiuderà l’esperienza dell’asilo di notturno di Sant’Ermete, dove un paio d’anni or sono, si spostò l’asilo notturno in seguito alla chiusura dell’ex albergo San Rocco di via Contessa Matilde. Un percorso accolto da petizioni e lettere di protesta dei cittadini della zona, timorosi che una struttura d’accoglienza del genere potesse nuocere alla vivibilità e alla sicurezza del quartiere. Che, oggi, è diventato un punto di riferimento per molte persone del quartiere grazie all’apertura, negli stessi locali, di un Centro Diurno per anziani, dove «nonni» e senza dimora  giocano a carte, a tambola e, ogni tanto si concedono anche un giro di valzer.