Toscana
Così cambia il Monte di pietà
Il «Monte», com’era famigliarmente chiamato, ha un posto di rilievo nel cinema, nella letteratura, nell’opera lirica (come dimenticare la Bohème di Puccini), ma soprattutto nella vita di molte famiglie italiane, non solo del proletariato o della piccola borghesia, che vi hanno fatto ricorso nei momenti difficili.
A segnare il confine tra il vecchio e il nuovo «Monte dei pegni» è stata la legge bancaria che ha trasformato il «prestito» in uno degli strumenti finanziari che le banche offrono ai propri clienti.
Il prestito su pegno è aperto a tutti coloro che ne abbiano bisogno (non è fatta alcuna indagine sul richiedente, salva l’esibizione di un documento di identità e del codice fiscale), è la più rapida (si ottiene in pochi minuti), non comporta al prestatario alcun obbligo di restituzione o responsabilità di sorta (il portatore della polizza è legittimato a riscattare il bene impegnato e, ove non vi provveda, l’unica conseguenza ricadrà sul bene stesso che sarà venduto all’asta). La durata del prestito (ovviamente nel breve termine) è a discrezione del prestatario che può riscattare il bene primo della scadenza, in qualsiasi momento (risparmiando interessi) ovvero chiedere il rinnovo dell’operazione che, previa nuova stima del bene (con pagamento degli interessi maturati) e purché non si tratti di oggetti soggetti a rapido deperimento, può essere ottenuto, anche se la banca non ha alcun obbligo in tal senso.
L’oggetto presentato dal cliente è valutato da uno stimatore, come previsto dalla legge. L’importo del prestito non può eccedere i quattro quindi del valore di stima se si tratta di pegno su preziosi e i due terzi del valore stesso se si tratta di altri oggetti. I tassi sono indicati chiaramente sui cartelli informativi che la legge sulla trasparenza bancaria impone di mettere bene in vista all’interno delle agenzie.
Scompariranno i «Monti di pietà», nell’immaginario collettivo resterà la vecchina che porta i propri oggetti cari per ottenere un prestito e sopravvivere.
A Firenze il «Monte di pietà» nasce nel 1473 mentre in città scoppiano i tumulti antiebraici. Il 22 ottobre 1476 è costituito il «Monte pio» pratese il cui statuto dichiara che l’usura «aveva consumato le sostanze degli uomini della Terra di Prato». Per la sua fondazione molto è dovuto a fra Cherubino dell’Ordine dell’Osservanza. Le tragiche vicende del Sacco di Prato del 1512 costrinsero il Monte alla chiusura, ma l’istituzione fu riaperta nel 1524 ed è tuttora attiva.
Il «Monte pio» senese è fondato e condotto senza alcun coinvolgimento di religiosi, ma pura emanazione della repubblica cittadina. Per la sua attività attingeva a fondi di diversa provenienza: gabella del vino, del Monte del sale, della carne, dall’Opera del Duomo. Intanto, dal puro credito pignoratizio, il Monte senese si orientava verso più larghe e tipiche operazioni bancarie.
Un aiuto per uscire dal sovraindebitamento
La Regione e le Misericordie della Toscana, nell’ambito delle rispettive finalità, collaborano per la prevenzione dei fenomeni dell’usura utilizzando i fondi stanziati da una legge del marzo 1996.
Per consentire l’attività del fondo, grazie ad un protocollo d’intesa fra la Regione e la Misericordia, è stato attivato su tutta la Toscana un articolato sistema di Centri di ascolto. Le persone fisiche, le famiglie, i piccoli imprenditori (commercianti, artigiani, agricoltori ecc.) che si trovano in difficoltà finanziarie e non sono in grado di ottenere credito bancario (a causa di protesti, pignoramenti, sovrindebitamento ecc.), possono rivolgersi ad uno dei Centri di ascolto elencati nella tabella sopra, oppure chiedere informazioni al numero verde 800-860070 o consultare l’apposito sito internet (www.rete.toscana.it/usura).
In ogni centro è a disposizione personale volontario che è in grado di fornire consulenza e indicazioni per la soluzione dei problemi. La Misericordia, qualora sussistano i requisiti, potrà rilasciare garanzia reale su finanziamenti bancari fino ad un importo massimo di 50 milioni delle vecchie lire, ad un tasso contenuto, senza alcuna spesa d’istruttoria, ammortamento con rate mensili fino ad un massimo di 5 anni.
Per l’erogazione dei prestiti sono attualmente in essere convenzioni con la Banca Monte dei Paschi di Siena, con la Federazione delle Banche di Credito Cooperativo della Toscana e con la Cassa di Risparmio di Firenze.
Lo sportello antisusura della Regione Toscana