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Cosa stabilisce oggi la normativa sull’etichettatura alimentare?

Esistono, infatti, delle informazioni obbligatorie che devono sempre essere riportate, come ad esempio l’elenco dettagliato di tutti gli ingredienti utilizzati, la quantità al netto contenuta nella confezione e, ovviamente, una denominazione chiara e comprensibile di cosa contenga la confezione.

Altrettanto importanti e necessarie nell’etichettatura alimentare sono, inoltre, la data di scadenza, il modo con cui il consumatore deve conservare il prodotto per fare in modo che si mantenga privo di rischi e delle eventuali istruzioni che spieghino come preparare l’alimento.

Ulteriori dati che non possono mai mancare sono, poi, il nome e la ragione sociale della casa produttrice, l’eventuale presenza di sostanze note come allergizzanti che potrebbero provocare reazioni in chi le consuma (come, ad esempio, le arachidi) e il Paese di provenienza della merce.

L’etichettatura alimentare è, quindi, uno strumento fondamentale per la sicurezza dei consumatori, in quanto offre informazioni precise circa il prodotto che stanno acquistando. Per questo motivo gli Stati membri dell’Unione Europea hanno deciso di adottare un regolamento comune in modo da facilitare la circolazione di informazioni corrette e sicure.

Etichettatura alimentare: cosa stabilisce la legge

La legislazione riferita all’etichettatura alimentare ha subito significativi cambiamenti nel 2020, anno in cui è stato stabilito che tutti i prodotti debbano riportare obbligatoriamente l’indicazione della loro provenienza geografica. Ciò significa che il produttore è tenuto a scrivere l’origine degli ingredienti principali, in modo che il consumatore finale sia in possesso di ulteriori informazioni e possa scegliere con più attenzione.

Il cambiamento normativo si è imposto anche per il tentativo di tutelare maggiormente la produzione italiana, che subisce la concorrenza di quella estera. In Italia, in ogni caso, l’obbligo di riportare il Paese di provenienza per alcuni tipi di alimenti – quelli di maggior consumo come il latte, la pasta e il sugo di pomodoro – era già in vigore.

Obiettivo di tale legge è quello di proteggere maggiormente sia i consumatori, che così sapranno giudicare con maggior cognizione di causa il prodotto che stanno comprando, sia le aziende del Made in Italy.

L’importanza dell’etichettatura alimentare nei vari settori

L’etichettatura alimentare è molto importante per tutti gli ambiti, tuttavia per alcuni prodotti diventa assolutamente fondamentale. È il caso, ad esempio, della carne (in particolare quella bovina e suina), delle uova e dei salumi.

L’etichetta deve infatti riportare con precisione il Paese di provenienza dell’animale e dove è stato macellato, attraverso una sequenza di numeri che serve alle autorità per risalire alla filiera e poterne controllare i vari step.

Qualora si riscontrassero delle anomalie nelle etichette o delle informazioni mancanti, le aziende posso essere soggette a pesanti sanzioni pecuniarie. Il decreto legislativo 231/2017 in vigore in Italia, per esempio, prevede multe fino a 40.000 euro a seconda del tipo di infrazione.

Fra queste rientrano le violazioni che, a causa di una dicitura incomprensibile, non riescono a far identificare il lotto di provenienza oppure quelle che non riportano le indicazioni obbligatorie volte a garantire la sicurezza del consumatore.

Proprio a causa della complessità della materia e della probabilità di incorrere in sanzioni, molte aziende si affidano, per quanto riguarda l’etichettatura alimentare, a società di consulenza esperte in materia, come per esempio Food Consulting, le quali conoscono in modo dettagliato la normativa di riferimento grazie a un know how maturato in numerosi anni di esperienza.