Pisa

COSA FARE CON QUESTI GIOVANI?

Sette giovani su dieci si dicono credenti, ma solo quindici ogni cento partecipano alla celebrazione eucaristica domenicale. È quanto emerge da una grande indagine sugli «stili della religiosità giovanile in Italia» condotta di recente dall’Istituto Iard. Due milioni e mezzo (il 18%) di giovani sono cattolici occasionali ovvero vanno a messa a Natale e Pasqua. Altri due milioni e mezzo – più femmine che maschi – sono cattolici ritualisti perché vanno a messa ma ritengono irrilevante la fede per la loro vita; poco più di un milione sono i giovani cattolici intimisti che non vanno a messa, ma dicono di pregare molto; infine i giovani cattolici ferventi sarebbero poco meno di un milione.Le relazioni tra i giovani e la fede sono frammentate e molteplici, ricche di contraddizioni e di dubbi.Negli ultimi quattro anni la percentuale dei giovani credenti è calata dall’80 al 69 per cento. I giovani scivolano verso l’ateismo anche dichiarato oppure verso, spiega la ricerca, forme di «bricolage religioso»Solo 3 giovani su dieci ritengono molto importante la dimensione spirituale, altrettanti la ritengono trascurabile. La religione è al terz’ultimo posto tra le cose importanti della vita, preceduta dallo sport, gli interessi culturali, l’amicizia e la famiglia.Che fare, dunque, con questi giovani? Come annunciare loro il Vangelo? Come renderglelo vicino, attuale, praticabile nel quotidiano? Lo abbiamo chiesto a don Claudio Bullo, 36 anni, parroco a Caprona e Uliveto è direttore dell’ufficio di pastorale giovanile diocesana: «Il nostro – dice don Claudio – è l’unico paese in Europa in cui i ragazzi che desiderano ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana continuano a bazzicare la parrocchia fino all’adolescenza. Dopo la cresima, però, assistiamo al grande esodo…. in quattro parrocchie su dieci nasce un gruppo di giovanissimi ma già dopo il primo o il secondo anno diversi gruppi muoiono». Perché questo esodo?«I giovani si sentono terribilmente attratti dalla cultura di oggi: edonista, consumista, agnostica. Vogliono provare ogni esperienza anche se trasgressiva. Per loro tutto e il contrario di tutto è possibile. Per molti ogni esperienza possibile va provata. Non esiste bene o male, ma ciò che dà piacere e dà dolore: il primo va ricercato sempre e comunque, il secondo evitato. Dinanzi a questo messaggio pochi resistono, solo coloro che hanno già radicato in sé stessi alti valori morali».E così i giovani tornano in canonica solo quando devono sposarsi…«L’80% dei giovani li ritroviamo quando chiedono di essere preparati al matrimonio: una bella occasione per ricostruire un rapporto sereno della coppia con la Chiesa e per far nascere belle famiglie cristiane. Ma tutto questo non è sufficiente: occorre dare la possibilità a tutti i giovani di conoscere Cristo».Come?«Da tempo stiamo lavorando ad un progetto cresima per proporre ai giovani una esperienza di incontro personale con Gesù e la sua Chiesa. L’obiettivo: formare gruppi di preadolescenti felici di essere cristiani e di avere un rapporto personale con Gesù, presenti e partecipi alla vita della comunità parrocchiale. Va anche qualificata l’offerta formativa per i giovani over ‘18: non sempre gli educatori sono sufficientemente preparati per “leggere” impulsi, preoccupazioni, sogni e speranze dei loro giovani e per offrir loro convincenti risposte alla luce del Vangelo e del magistero della Chiesa. Ma c’è di più. Nei gruppi parrocchiali si parla poco di Gesù: il timore di perdere i ragazzi, ci convince a investire tempo e risorse in cene, feste danzanti, gite. Nei gruppi si parla spesso di sesso, droga, eutanasia, temi di attualità e che stanno a cuore ai nostri giovani. Ma così facendo non rischiamo di perdere la dimensione verticale del nostro stare insieme?». L’inizio dell’anno pastorale Tutti i giovani della diocesi sono invitati a partecipare alla celebrazione eucaristica di inizio anno pastorale: sabato 4 novembre, nella chiesa di santo Stefano extra moenia, alle ore 20, l’arcivescovo Alessandro Plotti presiederà la santa messa e consegnerà ai presenti l’«Agendagiovani 2006/2007». Alla celebrazione seguirà la cena nei locali della parrocchia. Ma quanti ruotano intorno alla consulta di pastorale giovanile «lavorano» già da diverso tempo: si sono ritrovati con Marco Cerruti, responsabile della pastorale giovanile regionale, don Antonio Cecconi, vicario generale, Raffaello Ciucci del dipartimento di scienze sociali dell’Università di Pisa e suor Patrizia, responsabile della casa di spiritualità «La Rocca» per pregare, per parlare dei giovani del nostro tempo, del ruolo della consulta e di quale apporto possono dare i giovani alla vita della nostra diocesi.Sta per partire, intanto, un corso di formazione per animatori e catechisti dal titolo «Educare all’amore». Come annunciare ai ragazzi la bella notizia della crescita corporea e sessuale e metterli in condizione di rispettare il proprio corpo evitando banalità e volgarità? A questo cercheranno di rispondere alcuni docenti della cooperativa Creativ di Reggio Emilia che guideranno gli incontri. Per informazioni ed iscrizioni, contattare la segreteria diocesana di pastorale giovanile e in particolare don Claudio Bullo 349.8707575 e Gianluca Ceccanti 347.5096007.