In passato si chiamavano «chierichetti», oggi più precisamente si chiamano «ministranti». Il dizionario ci informa che questa parola appartiene alla terminologia liturgica posteriore al Concilio Vaticano II. Poi ce ne spiega pure il significato: «Laico che compie un servizio in una celebrazione liturgica». Si tratta dunque di una figura importante che trova una sua precisa collocazione nella vita liturgica della Chiesa. Lo stesso dizionario tiene a precisare che, nel cristianesimo, «liturgia» è «l’insieme degli atti attraverso i quali la comunità dei fedeli, unita a Cristo, professa pubblicamente la sua fede e tributa il culto a Dio». Parole semplici per indicare azioni e gesti che ci mettono in comunione diretta con Dio, in particolare nel momento che rappresenta il culmine della vita e della spiritualità cristiana, cioè la celebrazione della Messa. La celebrazione eucaristica non è un’azione che compete esclusivamente al sacerdote, ma a tutto il popolo cristiano in tutte le sue componenti. Ciascuno nella celebrazione liturgica trova il suo posto. Anche i bambini e i ragazzi. Magari non da soli, ma insieme agli adulti, in continuità e in pratica integrazione della iniziazione cristiana. Anche per evitare il falso concetto, troppo in voga nel passato, che servire all’altare sia «cosa da bambini». Servire all’altare, sentirsi personalmente coinvolti nelle celebrazioni liturgiche è invece diritto di ogni battezzato, in qualsiasi età. Ecco allora il compito dei «ministranti», cioè dei bambini e dei ragazzi che «servono», secondo l’esempio di Gesù che non ha esitato a servire per primo e invita ciascuno di noi a fare la stessa cosa con i fratelli. Ma essere ministrante non si riduce solo a svolgere un servizio all’altare. Nel giornalino che nella nostra diocesi si pubblica per i gruppi parrocchiali dei ministranti viene così tratteggiata la figura del ministrante: 1) il ministrante è un ragazzo che attraverso il Battesimo è diventato amico e seguace di Gesù; 2) il ministrante è un ragazzo che presta servizio all’altare svolgendo le sue funzioni (come portare le ampolline dell’acqua e del vino, le candele, l’incenso, la croce, suonare il campanello); 3) il ministrante è un ragazzo che manifesta il suo impegno cristiano nella famiglia, nella scuola, con gli amici. «In questi tre anni – scrive il Vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti nel giornalino dei ministranti – ho visitato tante parrocchie in occasione della mia visita pastorale e ho visto con gioia che siete in tanti a stare intorno all’altare insieme ai vostri parroci, disponibili per il servizio liturgico. Ho visto il vostro impegno, il vostro entusiasmo: Vi invito a continuare questo servizio anche quando sarete grandi. E’ bello vedere i ragazzi delle elementari e delle medie attorno all’altare, ma come sono rimasto contento quando ho visto dei giovani che non si vergognavano di aiutare il sacerdote nelle celebrazioni liturgiche». Poi il Vescovo esprime un altro desiderio: «E’ importante la vostra presenza nelle parrocchie, ma vorrei, almeno qualche volta, vedervi tutti insieme per un incontro diocesano». Ed ecco realizzato il desiderio del Vescovo. L’incontro si farà. Lunedì 11 giugno. Tutti a Cortona, dunque, con la vostra veste da ministranti, ma soprattutto con tanto entusiasmo e con una forte carica spirituale.Cortona si prepara alla festa dei ministranti. Ecco il programma.ore 10.00: ritrovo in cattedraleore 10.30: preghieraore 11.00: incontro di formazione a gruppiore 12.00: partenza per il santuario di Santa Margheritaore 12.30: pranzo al saccoore 13.30: giochiore 15.00: prove per la S.Messaore 15.45: S.Messa presieduta dal Vescovo.di Benito Chiarabolli