Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Cortona si affida alla protezione di Santa Margherita

Fu subito santa per i cortonesi, fin dal 22 febbraio 1297, anche se l’ufficialità della Chiesa attenderà ancora quattro secoli e mezzo per la proclamazione. I frati minori annoverarono subito tra le loro glorie Margherita, che Gesù stesso aveva chiamato la «terza luce dell’Ordine». Se tale fu Cortona per la penitente Margherita, che cos’è stata e che cos’è santa Margherita per Cortona? Sembra troppo semplice, ma non errato né retorico, rispondere: Tutto.Cortona è la sua Santa. Il cuore e il simbolo della città non è l’austero Palazzo comunale carico di storia, né l’elegante Palazzo Casali che ospita la gloriosa Accademia Etrusca, né le tante emergenze etrusche o i monumenti dell’arte antica, medievale, rinascimentale e moderna; forse nemmeno la Cattedrale o l’Episcopio, che pur sono state illustrate da vescovi di altissimo rango (si pensi per tutti al cardinale Silvio Passerini); lo è invece la chiesa in cima al colle, con l’urna d’argento dove riposa il corpo incorrotto della Santa.Ad essa è frequente la visita dei cortonesi nei momenti più significativi della loro vicenda personale, come vi si sono rivolti nei momenti drammatici della storia cittadina. Così, quando infuriò il colera del 1855, fu deciso l’ultimo ingrandimento dell’antica chiesa costruita da Giovanni Pisano ed affrescata da Pietro Lorenzetti, dopo quello operato già nel secolo XVIII; così, quando la prima guerra mondiale sacrificò la vita di più di seicento giovani cortonesi, vi fu annessa un’artistica «cappella votiva» che è il «sacrario» della città; così infine, per ringraziare la Santa di aver protetto Cortona dal flagello della seconda guerra mondiale, fu eretta una monumentale «Via Crucis» tra la città e il santuario, nella quale Gino Severini, cortonese, traduse in mirabili mosaici il voto pronunciato per la città dal suo ultimo indimenticato Vescovo monsignor Giuseppe Francolini, amatissimo dai cortonesi. Tutte opere, comunque, che più che la sublimità dell’arte testimoniano la fiducia e l’affetto dei cortonesi per Santa Margherita.E a Santa Margherita i cortonesi fanno risalire, giustamente, la fondazione dell’ospedale, che è sempre stato una delle istituzioni civiche loro più care. Dalle prime miserrime case in cui ebbe sede, l’edificio grandioso nel centro della città, l’ospedale, è sempre stato per i cortonesi oggetto di scrupolosa attenzione e testimone della presenza della loro Santa. Per questo lo hanno sempre difeso, anche con accanimento. Oggi che la diocesi è stata fusa in quella di Arezzo, come nei secoli precedenti, a Santa Margherita solo la chiesa lassù, in cima al colle, indirizza ancora l’ammirazione, l’affetto, la fede e la preghiera di Cortona.Edoardo Mirri