Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Cortona, omaggio al beato Guido.

E’ noto che subito dopo la morte di San Francesco cominciarono ad essere messe per iscritto la vita e le opere dei santi suoi compagni. Poco più tardi entrò l’uso di leggere questi scritti nelle chiese il giorno dell’anniversario della morte del santo: per questo furono chiamate «legende». Ancora più tardi gli storici si resero conto di quante informazioni non solo religiose, ma anche civili e di cronaca fossero ricche queste «legende». Tra questi studiosi emerge il gesuita belga Jean Bolland, che, nella prima metà del ‘600, iniziò a raccoglierle e a curarne la stampa. Dopo la sua morte, il suo esempio fu seguito da una schiera di gesuiti, chiamati appunto Bollandisti: si deve alle loro ricerche e ai loro studi la grande opera «Acta Sanctorum». A Cortona abbiamo avuto tre santi anteriori al quattordicesimo secolo: il martire San Vincenzo del IV secolo, di cui non si è trovata alcuna «legenda»; santa Margherita, di cui si conserva la «legenda» scritta dal suo confessore fra Giunta Bevegnate; il beato Guido, primo seguace in Cortona di San Francesco, di cui i Bollandisti riuscirono a trovare solo copie manoscritte di autori anonimi del Cinquecento, leggermente diverse tra loro, ma che riportavano episodi citati anche nella «Vita di san Francesco» di Tommaso da Celano. Soltanto nel 1900 Ugo Sernini Cucciatti riuscì a trovare in casa Petrella il codice originale scritto in lingua volgare poco dopo il 1325, che fece subito stampare in Cortona. Adesso il conservatore bibliografico dell’accademia etrusca, Edoardo Mori, lo ha tradotto in lingua italiana moderna e, da vero storico, lo ha arricchito di numerose preziose note e lo ha dato alle stampe, incoraggiato dal vescovo monsignor Gualtiero Bassetti e dal parroco della cattedrale di Cortona don Ottorino Capannini, che ne hanno redatto le presentazioni. La pubblicazione, intitolata «Beato Guido da Cortona, primo seguace in Cortona di San Francesco d’Assisi. Legenda scritta nella prima metà del XIII secolo», si può richiedere all’editore Calosci (telefono e fax 0575.767.82.82; www.calosci.com; info@calosci.com).