Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Cortona, la Caritas a fianco degli ultimi da trenta anni.

Con soddisfazione abbiamo appreso la notizia dalla pagine di Toscana Oggi che, dopo tanto parlare di integrazione degli stranieri, «finalmente (nasceva) un’iniziativa concreta (nel nostro territorio): un corso di lingua italiana di primo livello che si svolgerà da gennaio ad aprile per un totale di 52 ore di lezione presso la sala civica di Camucia promosso dai servizi sociali del Comune di Cortona».Non si può che esprimere soddisfazione per una iniziativa organizzata dalla nostra società civile. Occorre solo aggiungere alla notizia, così come è apparsa sulle pagine del settimanale diocesano, che questa iniziativa si somma a quelle portate avanti a favore della integrazione e della socialità fin dal 1970 dalla Caritas e dal centro operativo di Cortona. Quelli erano gli anni in cui iniziavano a fare capolino i primi giovani stranieri, principalmente nigeriani. Trovarono alloggio all’istituto «don Sterpi» e presso le suore Cistercensi e ricevevano aiuto per il sostegno scolastico, i libri, gli alimenti e il vestiario presso la Caritas di Cortona, incoraggiata dalla sensibilità di tante persone, tra cui ci piace ricordare il professor Luigi Cortonicchi.La pedagogia della Caritas è incentrata sulla promozione della persona di modo che possa sviluppare percorsi di emancipazione e di crescita, non l’assistenzialismo. Per questo don Ottorino Cosimi, allora responsabile della Caritas di Cortona, si adoperò per trovare un lavoro che i giovani potessero svolgere durante i periodi di vacanza. Dopo tutto questo tempo, uno di loro, adesso medico a Catania, torna tutti gli anni a Cortona a ritrovare gli amici che lo hanno aiutato.Negli anni ’90, con la guerra civile in Albania, è come se si fossero aperte le frontiere del paese ed è iniziata (assieme a campi di lavoro e a progetti con la Usl per un ospedale ad Elbasan) l’emigrazione di massa che ha coinvolto anche Cortona. La Caritas, e in particolare don Ottorino, ha continuato la loro politica di ospitalità (si è aperto il Calcinaio) sostenendo le persone che sono venute qui in cerca di lavoro e le prime famiglie. Ci sono stati anche interventi nei confronti di bambini con gravi patologie che sono stati ospitati e curati in Italia. Stesso rapporto si è avuto con tutte le famiglie che si sono presentate alla nostra porta, fossero state marocchini, polacche, somale o romene.L’arrivo di famiglie straniere nel nostro territorio e nelle nostre scuole ha fatto nascere nei volontari Caritas l’idea di una scuola che racchiudesse al suo interno sia l’aspetto del sostegno scolastico che dell’integrazione, per venire incontro a esigenze di prima alfabetizzazione e di recupero. Obiettori di coscienza e giovani in servizio civile, insegnanti e studenti si sono alternati, dal 1993 ad oggi, nel sostenere la scuola della Caritas e il campo estivo al Calcinaio che si svolge nel mese di luglio. Le presenze dei ragazzi (dalle elementari alle superiori) sono oscillate da un minimo di dieci ad un massimo di trenta. Significativa è stata anche l’esperienza di alfabetizzazione di adulti.Un rapporto privilegiato è stato sempre tenuto con la scuola media «Berrettini Pancrazi». Lo scorso anno in via di Murata si è svolto da ottobre a giugno uno dei due pomeriggi di studio, oltre a quello in via Dardano a Cortona. Questi lunghi anni di esperienza ci hanno permesso di entrare in contatto con tante famiglie, di conoscere tanti problemi, di sostenere nei limiti del possibile le necessità, di consigliare e indirizzare nel difficile momento dei rapporti con la Questura per i permessi di soggiorno e i ricongiungimenti familiari, ci hanno fatto trovare nella necessità di sostenere le persone nei rapporti con gli ospedali, ci hanno permesso di dare informazioni a persone in cerca di collaborazione domestica. Insomma un vero Centro di ascolto conosciuto e frequentato da tanti stranieri approdati nel nostro territorio.Ultima esperienza, nata dalla crescita di ragazzi stranieri e italiani all’ombra del campo estivo al Calcinaio, è stata la proposta, formulata dagli stessi giovani, di fare un cammino di conoscenza delle esperienze di volontariato presenti nel nostro territorio. Si è realizzato un incontro con i rappresentanti dell’Unitalsi, dell’associazione Amici di Francesca e dell’Operazione Mato Grosso e con giovani che hanno svolto il servizio civile in Caritas. Finalmente un’iniziativa concreta per l’integrazione! Ma vi prego, non fraintendete, speriamo che ne vengano tante altre ancora. di Carla Rossi