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Corte Federale, niente sconti alla Reggina

ROMA, 26 agosto – Un misero sconticino all’Arezzo e porta chiusa alla Reggina. E’ la sentenza della Corte Federale: i toscani ripartono dalla serie B con -6 punti di penalizzazione (la Caf ne aveva comminati 9), serie A con -15 per i calabresi. Inoltre la corte presieduta da Piero Sandulli ha confermato le pene per l’ex designatore dei guardalinee Mazzei e l’ex assistente Titomanlio (tre anni di squalifica). Confermati anche i tre mesi di inibizione che erano stati inflitti invece all’ex addetto agli arbitri del Milan, Leonardo Meani e 10.000 euro di multa per il Milan, così come aveva chiesto il procuratore Stefano Palazzi.

I giudici di secondo grado hanno di fatto così confermato le sentenze della Caf, anche perché rispetto al maxiprocesso di luglio la stessa Caf, stavolta non guidata da Cesare Ruperto, era stata più ‘morbida’. Il Lecce terza parte interessata aveva chiesto una penalizzazione nel campionato di competenza, e cioé una penalizzazione dei calabresi nello scorso campionato che in sostanza li avrebbe fatti retrocedere in serie B. Non è stata accontentata.

Ma le reazioni non si sono fatte attendere: la Reggina ed il presidente, Lillo Foti, presa coscienza della pronuncia della Corte federale, hanno considerato ‘ingiusta ed iniqua la decisione assunta, lesiva dei diritti sportivi della societa’, della città e dei tifosì. ‘Tuteleremo tali diritti – ha proseguito la nota del club – in tutte le sedi competenti, continuando ad operare in silenzio a tutela dei propri comportamenti e dell’immagine della società”. La Reggina, anche secondo il legale che l’ha difesa, Carlo Morace, si aspettava di più: “Certamente, ma non mi esprimo fino alla lettura delle motivazioni – ha detto Morace – Il Tar? Al momento non posso dare nessun giudizio”.

Per ora quindi spazio alla Camera di Conciliazione, che presumibilmente verrà convocata a settembre, forse a campionato iniziato. E intanto come previsto dai legali del Lecce, ecco le reazioni delle società interessate indirettamente alla sentenza, fattispecie la Lazio.

“C’é una sperequazione palese tra noi e la squadra calabrese – ha dichiarato il patron laziale Lotito – a rigor di logica, se loro hanno violato l’articolo 1 (quello sull’illecito sportivo) 11 volte e la Lazio 4, non è possibile penalizzarci con 30 punti per lo scorso campionato e 11 per il prossimo e togliere a loro solo 15 punti”. Che è esattamente quanto temeva l’avv. Mario Tonucci, difensore degli interessi del Lecce: l’alzata di scudi delle altre società già sanzionate dalla Corte Federale, Lazio, Milan, e Fiorentina. Non finisce qui.

Identica risposta da parte dell’Arezzo: spazio alla Camera di Conciliazione del Coni. “La differenza di trattamento fra noi e gli altri protagonisti di oggi – ha detto amministratore delegato dell’ Arezzo Giovanni Cappietti – è un segnale chiaro della evidenza della nostra estraneità ad ogni illecito. Ma la sentenza è ancora inadeguata”. Una settimana fa, alla pronuncia della prima condanna, vi fu una vera sollevazione della società e della città intera. E fin da allora fu annunciata la strategia che adesso Cappietti conferma. “Andremo avanti, adesso alla Camera di conciliazione del Coni, poi vedremo, perché non avendo commesso alcunché non possiamo accettare nessuna penalizzazione, nemmeno la più piccola. Siamo di fronte ad una ingiustizia e non ci arrendiamo”.(ANSA).