Italia

Corridoi umanitari: arrivati oggi a Fiumicino 66 persone dall’Etiopia

«Sono persone – spiega al Sir mons. Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana – che abbiamo preso dai campi profughi. Li abbiamo salvati dal mare dell’indifferenza, dal mare della sofferenza, dal mare di una umanità in deriva. Li abbiamo accolti e li abbracciamo. Le daremo ora alla comunità ecclesiale che è in Italia. Lo faremo attraverso 9 diocesi che si sono rese disponibili ad accogliere queste persone». Ci sono ragazzi molto giovani, molti dei quali con un alto livello di istruzione, famiglie e minori (26, tra cui anche neonati). Dall’aeroporto, sono stati portati tutti al Centro Mondo Migliore di Rocca di Papa dove già opera la Cooperativa Auxilium. Qui rimarranno fino a domenica e in questi due giorni riceveranno cure e visite mediche; verranno ricordate le regole del progetto; alcune persone, arrivate in Italia grazie ai corridoi umanitari, racconteranno la loro esperienza e nel pomeriggio di domani incontreranno gli operatori delle diverse Caritas diocesani che li accoglieranno e spiegheranno loro come funzionerà il progetto di accoglienza. Domenica mattina, dopo colazione, si parte per le diverse destinazioni.

Sono questa volta nove le Caritas che hanno dato disponibilità alla accoglienza: Aosta e Pescara sono alla loro prima esperienza. Mentre Asti, Brescia, Assisi-Nocera Umbra, Torino, Verona e Vicenza hanno alle spalle un’esperienza di accoglienza di persone arrivate sempre con i corridoi umanitari. Molti dei giovani arrivati oggi parlano un inglese perfetto, segno di un alto background accademico alle spalle: vi sono infatti studenti e laureati, uomini e donne, segnalati nell’ambito del programma dei «corridoi universitari» di cui Caritas Italiana è partner insieme a Unhcr e Università di Bologna. Questi ragazzi verranno supportati nella prosecuzione dei rispettivi cicli di studio dalle Caritas che li accoglieranno.

L’ingresso in Italia di queste persone è reso possibile grazie ad un Protocollo d’intesa con lo Stato italiano, formato lo scorso 3 maggio dalla Cei e dalla Comunità di Sant’Egidio che prevede di 600 persone nei prossimi due anni. L’accordo segue un primo protocollo che ha già consentito a 500 rifugiati di arrivare in Italia in tutta sicurezza. I «beneficiari» sono stati distribuiti in maniera diffusa e capillare: attualmente sono 47 le diocesi coinvolte in 17 Regioni.