Livorno

Corri tempo…la festa si avvicina!

Partendo dalla mitica figura di Ulisse, prototipo dell’uomo in ricerca e dell’intelligenza che occorre per varcare le soglie della conoscenza e giungere nel porto sicuro della verità, il vescovo monsignor Simone Giusti,nel suo nuovo libro, in uscita proprio in questi giorni, si appresta ad esaminare il tema della morte. «Ma la morte esiste?» si chiede il vescovo e continua: «Sembrerebbe questa una domanda al limite della decenza invece è serissima. Infatti a seconda dell’angolo di visuale con il quale si osserva la morte, essa scompare per lasciare solo la visione di una materia sì ferita, in decomposizione, ma viva. Da un punto di osservazione puramente materiale si può quindi tranquillamente affermare che la morte non è la fine della materia ed è ben logico questa affermazione perché un principio fondamentale della chimica è “niente si crea e niente si distrugge”. Ma allora se la morte non è la fine della materia di che cosa è termine? Perché è avvertita come un evento drammatico, anzi il più terribile di tutti?». Domande che ogni uomo si pone dall’alba dei tempi.E ancora: “La morte è invincibile? Dobbiamo vivere rassegnati dinanzi la morte? Essa si può solo procrastinare ma non vincere, magari con l’aiuto della medicina e della scienza che s’ingegnano di prolungare la nostra esistenza? Indubbiamente nell’uomo c’è un desiderio insopprimibile di vita…Ma forse c’è un modo per vincere la morte – afferma monsignor Giusti nel suo testo – Occorre capire quali siano le forze presenti nell’uomo, anzi quale sia la forza più grande, perché è con quella che l’uomo può sconfiggere il suo nemico di sempre: la più grande forza sperimentata dall’uomo è l’amore. Quell’amore, che è reale ma invisibile, che ci fa sentire ancora vicine le persone care che hanno già attraversato la porta della morte. È questa la grande verità: la forza dell’amore può vincere la morte e ce lo confermano anche Maria, sempre presente nella vita degli uomini con centinaia di apparizioni e miracoli e con lei la moltitudine dei santi, che da morti agiscono continuamente con gesti e fatti concreti.Il libro si intitola “Corri tempo s’avvicina la festa”: dove la festa è rappresentata dall’incontro con Dio dopo la morte ed il passare del tempo è visto in un’ottica di completa attesa di questo incontro che consolerà le nostre paure, renderà piena la nostra esistenza e metterà fine a tutti i nostri perché.Articolata in sei capitoli (L’esperienza della morte:banco di confronto tra teologia e filosofia; L’uomo da sempre sa di poter vincere la morte; L’uomo: un mistero!; Testimonianze di vita oltre la morte: una fenomenologia da studiare; Il caso serio di Gesù di Nazareth; Inferno e Paradiso) la pubblicazione si conclude con un significativo paragrafo intitolato “La Speranza”, per ribadire come le cose più difficili da comprendere per l’uomo siano da affrontare alla luce della più piccola delle virtù teologali, come scrive Charles Peguy, capace però di trascinare le altre due “sorelle” perché “lei ha intravisto in lontananza la città senza notte”.Il libro che esce per le edizioni diocesane Pharus, sarà disponibile nelle librerie dalla metà di Novembre e sarà possibile acquistarlo anche come ebook.