Vita Chiesa

CORPUS DOMINI A PRATO, MONS. SIMONI: «CONDIVIDERE CASE E CAPITALI PER ESSERE PERSONE EUCARISTICHE»

«Dobbiamo essere persone eucaristiche, persone che programmano di amare». Con queste parole il vescovo di Prato mons. Gastone Simoni ha invitato la comunità ecclesiale pratese, presente in piazza Duomo per la processione del Corpus Domini, «a condividere. Perché tutto quello che abbiamo: cultura, potere e ricchezze, è relativo se non c’è la Carità di Cristo. Se io ho delle case, dei capitali, e non li condivido – ha detto il presule –, non li metto a servizio degli altri, che cristiano sono?».Come da tradizione, giovedì 3 giugno, si è svolta l’annuale processione in occasione della solennità del Corpo e Sangue di Cristo, il «Corpus Domini». Al corteo hanno partecipato, in segno di forte appartenenza ecclesiale, tutte le realtà parrocchiali, religiose, laicali e associative della Diocesi. Dall’Azione Cattolica agli scout dell’Agesci, dai confratelli della Misericordia ai terziari carmelitani, dai Cavalieri del Sacro Cingolo ai ragazzi della Pastorale giovanile, e con loro molti altri fedeli hanno sfilato in rappresentanza delle aggregazioni cattoliche pratesi. Dietro il baldacchino del Santissimo Sacramento hanno preso parte al corteo, sotto i rispettivi gonfaloni, anche le autorità cittadine. Presenti il sindaco Roberto Cenni, con un’ampia rappresentanza della giunta comunale, e il presidente della Provincia Lamberto Gestri. La novità di quest’anno, per la settima volta in edizione «notturna», è stata il cambiamento di percorso. La processione ha preso le mosse da piazza Sant’Agostino per celebrare il 50° anniversario della venuta dei padri Sacramentini a Prato. L’istituto religioso, che ha nel culto dell’Eucaristia il centro della propria missione, dopo l’iniziale presenza in San Pier Forelli, ormai da anni, guida la comunità parrocchiale di Sant’Agostino. La processione, che ha attraversato anche piazza San Domenico e piazza del Comune, ha concluso il suo percorso davanti alla cattedrale di Santo Stefano, dove mons. Simoni, dal pulpito di Donatello, ha impartito la benedizione eucaristica. Tre i segni, crocifisso, Vangelo ed Eucaristia, ricordati dal Vescovo, «che un cristiano deve mostrare nel mondo». Se il crocifisso, «memoria di Gesù che ha dato la vita per noi», può essere mostrato, «appeso al collo, nelle nostre case e nei luoghi pubblici, finché la saggezza delle autorità pubbliche lo permetterà», ha detto mons. Simoni, è però il Vangelo la vera bussola per orientare la vita di fede. «È inutile rivendicare la presenza del crocifisso – ha sottolineato il presule – se non abbiamo familiarità con il Vangelo». E allora, ancora una volta, l’invito «ad aprire e leggere la Parola di Dio ogni giorno. A spiegare il Vangelo ai bambini, a creare cenacoli familiari per la meditazione. Non lo lasciate polveroso!», ha concluso mons. Simoni.Per le strade del centro le invocazioni e le preghiere recitate lungo il percorso sono state lette anche il lingua straniera. Si tratta ormai di una consuetudine che la Chiesa di Prato ha scelto per permettere la partecipazione alla processione ai tanti immigrati che vivono in città.Infine il Vescovo ha ricordato con dolore l’uccisione in Turchia di mons. Padovese, «un martire come don Andrea Santoro, ma penso anche ai morti in medio oriente, di parte israeliana e palestinese, forse dimenticati dai grandi della Terra».