Italia
Coronavirus, situazione critica per turismo religioso e pellegrinaggi
Gite scolastiche sospese, fiere, eventi culturali e sportivi soggetti a restrizioni se non addirittura annullati, alberghi e B&B vuoti, viaggi disdetti, stranieri (e non) impauriti dalla ‘quarantena’ cui è soggetta una parte del Belpaese (Veneto e Lombardia): gli effetti del Coronavirus Covid-19 si fanno sentire fortemente anche sul settore del turismo che da solo vale il 13% del Pil italiano. La Fiavet (Federazione Italiana Associazioni Imprese di Viaggi e Turismo), per bocca della sua presidente, Ivana Jlenic, parla apertamente di “situazione fuori controllo e di una gravità assoluta. Noi ci aspettiamo un intervento forte e mirato del Governo. Se crolla il turismo, non ce n’è più per nessuno”.
E all’orizzonte, nemmeno poi tanto lontano, spunta il previsto “calo drastico” degli arrivi nel nostro Paese. Secondo l’Istat, “i viaggi dei residenti in Italia nei dodici mesi del 2019 sono 71 milioni e 883 mila (411 milioni e 155 mila pernottamenti)”, dati in flessione rispetto agli anni precedenti ma pur sempre consistenti. “In estate, il 37,8% della popolazione fa almeno una vacanza. Il 76,2% dei viaggi ha come destinazione una località italiana, il 23,8% è diretto all’estero”. Anche il turismo religioso italiano è in sofferenza pur potendo contare su un patrimonio stimato di circa 1.500 santuari, 30.000 chiese, 700 musei diocesani, e migliaia di monasteri e conventi. Si tratta di veri e propri scrigni d’arte e di fede, fiori all’occhiello del patrimonio culturale italiano e rinomate mete di pellegrinaggi. Statistiche fornite di vari istituti e osservatori turistici riferiscono che in Italia il turismo religioso genera circa 6 milioni di presenze annue (di cui 3,3 milioni di presenze straniere e 2,3 milioni di presenze legate al mercato italiano).
Situazione critica. Che la “situazione sia critica” lo confermano al Sir alcune delle principali agenzie italiane leader nel settore dei viaggi culturali e di carattere religioso e di pellegrinaggi, la Brevivet (collegata, tra gli altri, alle diocesi di Brescia, Bergamo e Genova), la Duomo Viaggi (agenzia viaggi di riferimento della diocesi di Milano) e l’Opera romana pellegrinaggi (diocesi di Roma).
“La situazione è critica” spiegano al Sir dalla Direzione generale di Brevivet. “Si naviga a vista perché la situazione cambia con grande velocità. Questo, poi, è un periodo durante il quale si raccolgono iscrizioni, prenotazioni e conferme per le diverse destinazioni, nazionali ed estere, da parte di singoli, gruppi e diocesi. Per santuari come Lourdes e Fatima è ancora presto ma il problema si sente già. E davanti abbiamo la Pasqua, un periodo privilegiato per i pellegrinaggi”.
Specialmente per la Terra Santa, une delle mete più ricercate dai pellegrini italiani, come conferma Mariagrazia Falcone, dell’ufficio stampa dell’Ente Nazionale Israeliano del Turismo: “Israele nel 2019 ha segnato un nuovo record per il turismo: nel complesso hanno visitato il Paese oltre 4,5 milioni di turisti (+11% rispetto al 2018), di cui 190.700 provenienti dall’Italia (+27% rispetto all’anno precedente). Numeri senza precedenti che confermano l’Italia come 6° mercato per il turismo in Israele”. “Non abbiamo un quadro chiaro ma gli effetti del Coronavirus sui viaggi verso Israele si stanno facendo sentire. Israele – rimarca con decisione Falcone – non ha preso nessun provvedimento restrittivo nei confronti degli italiani diretti in Israele. Almeno fino ad oggi. Non esiste, ribadisco, nessun blocco nei confronti di italiani provenienti dal Nord Italia, come letto su qualche giornale. Questa informazione errata genera paura e spinge le persone a cancellare o posticipare il proprio viaggio. Siamo in contatto stretto con le principali opere diocesane pellegrinaggi e tour operator collegati per monitorare la situazione e venire incontro in ogni maniera alle loro necessità”. “Su Israele stiamo cercando di tenere i viaggi poiché non ci sono restrizioni ai voli in arrivo dall’Italia come è avvenuto per altri Paesi” confermano da Brevivet che ha 150 pellegrini tra Israele e Giordania. “Tutti stanno svolgendo il loro programma senza nessun tipo di problema”. Ora a preoccupare è anche il blocco dei voli dall’Italia emanato ieri dalla Giordania. “Dove possibile cerchiamo di posticipare i viaggi. Difficile poi ‘riproteggere’ le persone, non sappiamo dove indirizzarli in mete alternative per via dei continui mutamenti e blocchi. La gente non sa cosa fare”.
“Nelle persone con cui siamo in contatto per organizzare viaggi e pellegrinaggi prevale un sentimento di prudenza ma soprattutto di smarrimento dovuto al fatto che le informazioni, vere o presunte che siano, si accavallano in continuazione creando confusione”
dice al Sir Giorgio Trivellon, amministratore delegato di Duomo Viaggi. “Da parte nostra cerchiamo di tenere costantemente aggiornati i nostri clienti sugli sviluppi del coronavirus dando solo e soltanto informazioni ufficiali che provengono dalle nostre associazioni di categoria o direttamente dalle disposizioni attuative delle ordinanze ministeriali o regionali. In ogni caso la priorità per un pellegrinaggio rimane però la tutela e la salute del cliente, anche a discapito di una perdita di fatturato. Questo per noi è fondamentale”. Trivellon conferma anche casi di disdetta o di richiesta di posticipo di viaggi già prenotati: “In alcuni casi si riesce a posticipare ma in altri si è obbligati ad annullarli come nel caso dei viaggi d’istruzione scolastici”. Come per Brevivet anche i pellegrinaggi Duomo Viaggi in corso “proseguono in tutta regolarità. Ma un altro picco importante di partenze è però previsto ad aprile quindi – sottolinea Trivellon – è per noi importante che la situazione si chiarisca al più presto”.
Stessa necessità ravvisata da don Remo Chiavarini, amministratore delegato dell’Opera romana pellegrinaggi (Orp). “Fino ad oggi – spiega al Sir – non abbiamo annullato nessuna partenza. A chi decide di ritirarsi cerchiamo di venire incontro in ogni modo. Per ciò che riguarda le partenze di questa settimana e la prossima, abbiamo avuto qualche ritiro ma non al punto di dover annullare il viaggio. Vale la pena di ricordare che oltre il 90% della nostra clientela è dell’Italia centrale e del Sud, zone non particolarmente colpite dal virus”. Per i prossimi mesi la preoccupazione di don Chiavarini riguarda anche “gli arrivi a Roma (incoming) dove siamo particolarmente presenti con diverse nostre iniziative quali Omniacard e Vatican&Rome.
È indubbio che il Coronavirus stia creando in moltissimi disagio e paura. Questo sta determinando un rallentamento nelle prenotazioni, con qualche difficoltà per noi nel programmare i viaggi. La posizione dei nostri clienti è attendista. Vogliono prendere tempo e vedere l’evolversi della situazione. Ma la speranza resta sempre quella di partire”.