Firenze

Coronavirus, le religioni unite per invocare Dio: a Firenze vescovo, rabbino e imam hanno pregato fianco a fianco

“Qui ci sono i rappresenanti delle tre religioni che si richiamano al patriarca Abramo, un tema molto caro a Giorgio La Pira”n ha sotolineato il cardinale Betori, che ha citato anche don Lorenzo Milani per dire che da situazioni come quella attuale “dobbiamo uscirne insieme”. “Ognuno – ha sottolineato – pregherà nel modo proprio della propria fede, ma pregheremo insieme, uno accanto all’altro. Non tutto è travolto dalla fragilità, c’è qualcuno che rimane per sempre” ha aggiunto, invitando a fare riferimento all’Assoluto. Betori ha voluto far risuonare, insieme a quella cattolicam anche le voci delle tradizioni evangelica e ortodossa leggendio brani di Papa Francesco, di Dietrich Bonhoeffer e dell’inno Akathistos.

“Viviamo un momento molto difficile ma nel passato l’umanità ha già vissuto, e vive, momenti drammatici. Quando siamo in difficoltà la parte migliore dell’essere umano esce, si sente che siamo tutti su una barca e che siamo una unica famiglia umana, e che insieme dobbiamo lottare per gli interessi umani” sono state le parole di Izzedin Elzir, presidente della comunità islamica di Firenze. Dopo la chiamata alla preghiera, in arabo e in nitaliano, ha ricordato che “Dio nel corano fa ricordare a noi: coloro che quando sono colti da una disgrazia dicono veniamo da Dio e a lui ritorniamo, saranno benedetti dal Signore”. Quindi l’invocazione a Dio perché allevi i dolori, protegga i medici e il personale sanitario, salvi coloro che lavorano, faccia ritornare presto la vita alla sua normalità, restituisca il sorriso all’Italia e al mondo intero

Il Rabbino Gad Piperno ha sottolineato: “Questa malattia ci sta insegnando che l’errore più grande sarebbe pensare che sia la malattia di qualcun altro. La mascherina che portiamo serve a proteggere gli altri. Ci insegna che siamo tutti connessi, che dipendiamo gli uni dagli altri. Quando tutto sarà finito, perché finirà, prendiamo sul serio quello che è successo e lavoriamo per creare un nuovo mondo di armonia tra le persone e con la natura”. Quindi la  lettura di alcuni salmi, (20, 130 e 121)in ebraico e in italiano.

Al termine, in una piazza Signoria sferzata dal vento, l’accensione del braciere collocato al centro della piazza.