Italia
Coronavirus: Iss-ministero Salute, “l’epidemia in Italia si mantiene a livelli critici”
“L’incidenza delle nuove diagnosi ha raggiunto livelli molto elevati e diffusi in tutto il Paese. Si evidenzia un carico rilevante di Covid-19 sui servizi sanitari territoriali e ospedalieri. L’aumento continuo dei ricoveri Covid-19 implica una inevitabile erosione delle risorse disponibili per l’assistenza ospedaliera ai pazienti con altre patologie. L’incidenza elevata, seppure con un iniziale rallentamento dell’indice di trasmissione, richiede il mantenimento rigoroso delle misure in essere per consentire una diminuzione, la più rapida possibile, delle infezioni”. È la fotografia offerta dal report del monitoraggio sulla situazione Covid-19 di ministero della Salute e Istituto superiore di sanità relativo al periodo 9-15 novembre 2020.
Nella settimana di monitoraggio, “quasi tutte le Regioni/Province autonome sono ancora classificate a rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile sul territorio o a rischio moderato con alta probabilità di progredire a rischio alto nelle prossime settimane”.
In particolare “17 Regioni/Province autonome sono classificate a rischio alto di una trasmissione di Sars-CoV-2”. Di queste, “2 sono considerate a rischio alto a titolo precauzionale in quanto non valutabili in modo attendibile per completezza del dato di sorveglianza, insufficiente al momento della valutazione”. Di queste 17, “11 sono state classificate a rischio alto e/o equiparate a rischio alto per 3 o più settimane consecutive”. Delle 17 Regioni/Province autonome a rischio alto o ad esso equiparate, “3 presentano una trasmissibilità calcolata al 4 novembre compatibile con uno scenario di trasmissione 3, 9 con uno scenario di tipo 2 e le 5 restanti con uno scenario di tipo 1”.
Le rimanenti Regioni/Province autonome sono classificate a rischio moderato di cui “3 con una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese e presentano una trasmissibilità calcolata al 4 novembre compatibile con uno scenario di trasmissione 2 in tre di queste e con uno scenario di tipo 1 per la rimanente”.
18 regioni al 17 novembre avevano superato almeno una soglia critica in area medica o Terapia intensiva. Nel caso si mantenga l’attuale trasmissibilità, quasi tutte le Regioni/Province autonome hanno una probabilità maggiore del 50% di superare almeno una di queste soglie entro il prossimo mese. Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è salito da 3.081 (11/11) a 3.612 (17/11); mentre il numero di persone ricoverate in aree mediche è passato da 29.444 (11/11) a 33.074 (17/11).
Questa settimana si osserva un ulteriore incremento dei casi che porta l’incidenza (dati flusso Iss) negli ultimi 14 giorni a 732,6 per 100,000 abitanti nel periodo 26/10/2020-08/11/2020 (vs 648,3 per 100,000 abitanti nel periodo 26/10/2020-08/11/2020). L’aumento di casi è diffuso in quasi tutto il Paese.
“Nel periodo 28 ottobre–10 novembre 2020, l’Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 1,18 (95% CI: 0,94 – 1,49). Si riscontrano valori medi di Rt tra 1 e 1,25 nella maggior parte delle Regioni/Province italiane; da questa settimana in alcune Regioni/Province italiane il valore di Rt stimato è inferiore a 1”. Il report segnala inoltre che “sono state riportate molteplici allerte relative alla resilienza dei servizi sanitari territoriali in quasi tutte le Regioni/Province italiane”. Si osserva complessivamente “una criticità nel mantenere elevata la qualità dei dati riportati al sistema di sorveglianza integrato sia per tempestività (ritardo di notifica dei casi rapportati al sistema di sorveglianza su dati aggregati coordinati dal Ministero della Salute) sia per completezza”. Il dato epidemiologico analizzato è relativo alla settimana 9-15 novembre 2020 che al momento è il dato consolidato più recente disponibile. Di per sé, “questo costituisce una conferma della generale criticità di resilienza diffusa su tutto il territorio nazionale e dovuta alla gravità della situazione epidemiologica”. Come conseguenza questo può portare ad “una sottostima della velocità di trasmissione e dell’incidenza”.
Il dato relativo alla occupazione dei Posti letto utilizzato per il calcolo degli indicatori 3.8 e 3.9 questa settimana è aggiornato al 17 novembre 2020, al momento il dato più aggiornato disponibile.
Questa settimana c’è stato “un recupero nella percentuale dei casi rilevati attraverso attività di tracciamento di contatti (19,8% vs 16,7% della settimana precedente)”. Si osserva, tuttavia, “un leggero aumento nella percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (34,0% vs 32,1% della settimana precedente) e una diminuzione della percentuale dei casi rilevati attraverso attività di screening (29,1 vs 33,6% della settimana precedente). Resta non trascurabile (17,0%) la percentuale dei casi per cui non è stato riportato il motivo dell’accertamento diagnostico”.
Continua ad aumentare, anche se in maniera lieve, “il numero di casi non riconducibili a catene di trasmissione note (91.499 vs 87.202 della settimana precedente)”.
“L’epidemia in Italia si mantiene a livelli critici sia perché l’incidenza di nuove diagnosi resta molto elevata e ancora in aumento, sia per gravità con un significativo impatto sui servizi assistenziali”. Nella maggior parte del territorio nazionale “la trasmissibilità è compatibile con uno scenario di tipo 2 con alcune Regioni/Province autonome in cui la velocità di trasmissione è ancora compatibile con uno scenario 3. Si osserva una riduzione nella trasmissibilità rispetto alla settimana precedente suggerendo un iniziale effetto delle misure di mitigazione introdotte a livello nazionale e regionale dal 14 ottobre 2020”.
Tuttavia, “poiché la trasmissibilità in gran parte del territorio è ancora con un Rt>1 e comporta un aumento dei nuovi casi; questo andamento non deve portare ad un rilassamento delle misure o ad un abbassamento dell’attenzione nei comportamenti”.
Con l’attuale livello di incidenza di diagnosi “resta frequente l’impossibilità di tenere traccia di tutte le catene di trasmissione e si mantiene un carico elevato sui servizi assistenziali con un ulteriore aumento dei ricoverati per Covid-19 sia in area critica che non critica”. Coerentemente, “la situazione descritta in questa relazione evidenzia forti criticità dei servizi territoriali e assistenziali sull’intero territorio nazionale”.
Il report conferma che “è ancora necessaria una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone in modo da ridurre il rischio di trasmissione dell’infezione e quindi alleggerire la pressione sui servizi sanitari. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile”. Si ricorda che “è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine”. Si ribadisce “la necessità di rispettare le misure raccomandate dalle autorità sanitarie compresi i provvedimenti quarantenari dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi”.