Toscana
Coronavirus: Confcommercio Toscana, bene negozi, per i servizi pubblici ripresa più lenta
“Mentre la ripartenza era scontata per le attività commerciali, che hanno potuto prepararsi per tempo all’appuntamento del 18 maggio, per i pubblici esercizi c’è stato qualche problema in più perché sia la data che i protocolli anticontagio sono rimasti incerti fino a 24 ore prima”, spiega il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni nel sottolineare come invece i bar e i ristoranti di piccole dimensioni, soprattutto quelli già attivi in queste settimane per la consegna a domicilio e la vendita da asporto, “siano riusciti ad aprire già ieri o comunque entro il fine settimana”. “Per i locali più strutturati, quelli con grandi superfici e decine di dipendenti – precisa – ripartire non sarà invece così semplice, ci vorranno tempi più lunghi”. A prescindere da questo, commenta, “la vera incognita sarà rappresentata da come il mercato, privato dei turisti, risponderà alla riapertura delle attività”.
A livello nazionale solo 7 attività su 10 hanno invece riaperto i battenti secondo i dati della Fipe, la Federazione italiana dei pubblici esercizi-confcommercio. “La nostra stima regionale – afferma Marinoni – è più bassa perché tiene in considerazione realtà ad elevato impatto turistico, come Firenze, dove la mancanza di turisti, quindi di potenziali clienti, ha spinto molti imprenditori a rimandare l’apertura”. “Tanti locali hanno scelto di riprendere il servizio a ranghi ridotti, solo per il pranzo. Chi ha dipendenti, poi, deve prendere le misure con il nuovo mercato per capire quanti e quando farli rientrare dalla cassa integrazione”.
Secondo l’analisi di Confcommercio Toscana, in questa prima settimana dopo la fase del lockdown nel settore dei pubblici esercizi dovrebbe rientrare al lavoro, in media, un dipendente su due, ovvero circa 26.500 persone sulle 53.500 totali impiegate nel comparto.