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Coronavirus, chiusa la Natività di Betlemme. Padre Patton: «Ci rimettiamo alle disposizioni delle Autorità»
Il ministero palestinese della Salute ha disposto la chiusura, per il coronavirus, di tutte le chiese e le moschee per i prossimi 14 giorni nel governatorato di Betlemme e Gerico, compresa la Basilica della Natività
La chiusura di tutte le chiese e le moschee per i prossimi 14 giorni nel governatorato di Betlemme e Gerico – in seguito alla scoperta di 4 casi sospetti di coronavirus in un albergo nella zona di Betlemme – è “una disposizione del ministero palestinese della Salute che riguarda anche la Basilica della Natività”.
A confermarlo al Sir è il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton. Dalla sua quarantena nel convento di san Salvatore a Gerusalemme – padre Patton aveva partecipato all’incontro dei vescovi sul Mediterraneo a Bari (19-23 febbraio) – il Custode paventa anche “una possibile chiusura della Chiesa di santa Caterina, annessa alla Natività, sempre per disposizione dello stesso Ministero. A riguardo – annuncia al Sir – dovrebbe uscire un comunicato della Custodia. Stiamo, inoltre, vedendo insieme ai greco-ortodossi e agli armeni (le altre due comunità cristiane con cui i francescani collaborano per custodire la Basilica, ndr) di uscire con un comunicato condiviso. Come Custodia di Terra Santa – rimarca padre Patton – ci rimettiamo alle disposizioni che ci vengono date dai ministeri della Salute sia palestinese che israeliano. Fino ad ora non abbiamo avuto disposizioni di chiudere chiese e santuari dal ministero israeliano”.
Circa le precauzioni da adottare per fare fronte alla diffusione del virus “valgono anche per noi le disposizioni dettate dal Patriarcato latino di Gerusalemme”. Le autorità palestinesi, secondo quanto appreso dal Sir, hanno posto il divieto di ingresso a Betlemme e a Gerico ai gruppi di pellegrini. Contestualmente hanno disposto la chiusura per le prossime 2 settimane di scuole e uffici nei due Governatorati e la sospensione di ogni attività sportiva. I sospetti di contagio vengono tenuti in osservazione in una struttura ad hoc a Betlemme mentre un albergo di Beit Jala è stato riservato alla quarantena. Secondo quanto riferito al Sir dal parroco di Beit Jala, padre Hanna Salem, che cita fonti della Polizia palestinese, “nella zona di Betlemme da domenica scorsa non ci sarebbero più pellegrini italiani, né tantomeno in quarantena”. Israele nel frattempo ha imposto ulteriori restrizioni, come confermato dallo stesso Custode di Terra Santa: “A partire da oggi Israele ha disposto la chiusura ai voli provenienti da Francia, Germania, Spagna, Austria e Svizzera”.
Anche Alitalia sospenderà prossimamente (dall’11 al 28 marzo, ndr) i voli verso Israele a causa del coronavirus. Nei giorni scorsi, la compagnia italiana aveva già ridotto da 4 a uno i voli giornalieri.
Effetto sui pellegrinaggi. I riflessi del coronavirus si stanno riflettendo anche sui pellegrinaggi, come già anticipato nei giorni scorsi dal Sir: “Una buona parte dei Paesi europei sta disdicendo le prenotazioni per visite, liturgie e celebrazioni nei Luoghi Santi”.
“In questo momento – conferma il Custode Patton – i pellegrini ci sono ancora ma non nei numeri degli anni scorsi. La flessione riguarderà molto probabilmente gli arrivi dei prossimi mesi e andrà a colpire la già debole economia palestinese e delle nostre comunità cristiane che vivono dell’indotto del turismo e dei pellegrinaggi”. La sensazione è che ci possano essere ulteriori restrizioni sia in Israele che in Palestina: “Vedremo quale sarà l’andamento del virus in Terra Santa – aggiunge padre Patton –. I contagi ci sono e dalla loro diffusione si capiranno le prossime mosse delle Autorità per contenere e superare il virus”. A questo punto non resta che “avere pazienza e condividere questo tipo di situazioni e di restrizioni. Spero che con l’arrivo della bella stagione si possa attenuare la diffusione, così dicono gli esperti, per ricominciare a vivere con un po’ di normalità. Resta la preoccupazione per le persone contagiate, soprattutto in Palestina, dove le strutture sanitarie non sono così numerose come in Israele”.
Il conforto viene anche dalla preghiera. “Nel Messale – ricorda il Custode – ci sono preghiere contro le calamità naturali, le malattie e rimane sempre valida e attuale la litania, ‘liberaci dalle pestilenze, e quindi dalle malattie infettive, liberaci dalla fame e liberaci dalla cattiveria, da tutte le forme di violenza’. Pasqua è fra poco più di un mese. Preghiamo affinché si possano celebrare solennemente tutte le funzioni pasquali”.