Mondo
CORO DI CONDANNE PER ATTACCO ISRAELIANO A CAMPO JIHAD ISLAMICA IN SIRIA
L’aviazione israeliana ha attaccato, nella notte tra sabato è domenica, un campo di addestramento palestinese della Jihad islamica’ in territorio siriano, in risposta alla strage compiuta sabato da una militante-suicida del movimento armato in un ristorante di Haifa, nel quale hanno perso la vita 19 persone. Fonti militari israeliane hanno precisato che la base palestinese colpita si trova in una zona vicina al confine tra Siria, Israele e Libano, ed è stata utilizzata anche da militanti del Movimento di resistenza islamica, Hamas. Sempre secondo le stesse fonti, il centro di addestramento servirebbe ad addestrare combattenti che al termine del loro periodo di addestramento farebbero ritorno in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza per preparare azioni contro Israele.
In una lettera di protesta indirizzata al segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, il governo siriano ha denunciato che gli aerei israeliani hanno colpito una zona civile, il villaggio di Ain as-Saheb, causando danni materiali e “un inasprimento della situazione” nella regione. Intanto il portavoce del premier israeliano Ariel Sharon ha annunciato che altri attacchi potrebbero avvenire in territorio siriano, qualora il governo di Damasco continuasse a dare protezione “a organizzazioni terroristiche che preparano azioni contro Israele”.
Durissimo è stato domenica il presidente egiziano Hosni Mubarak, che aveva suo ospite al Cairo il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder. “Condanniamo la violenza, condanniamo l’aggressione di oggi contro un Paese fratello, con il pretesto di una presenza di organizzazioni palestinesi”, ha dichiarato Mubarak nel corso di una conferenza stampa congiunta. Anche Schroeder ha deplorato l’attacco: “Violare la sovranità di un Paese terzo complica ulteriormente il processo di pace e per questo è inaccettabile quanto accaduto in Siria”. Per la Francia, l’operazione dell’aviazione israeliana è “una violazione inaccettabile del diritto internazionale. In una nota, il ministero degli esteri di Parigi ha sottolineato che “in un Medio Oriente scosso da una crisi, è responsabilità di tutti, e specialmente degli Stati della regione, non aggiungere un carico ulteriore di instabilità e tensione”.