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Corea del Sud: vescovi su legge marziale, “presidente si scusi”

LA nota di mons. Matthias Iong-hoon Ri, presidente della Conferenza episcopale coreana

Foto Ansa/Sir

“Il presidente deve affrontare direttamente i cittadini, spiegare gli eventi che hanno portato alla proclamazione e alla revoca della legge marziale, scusarsi sinceramente con il popolo e assumersi la responsabilità per quanto accaduto”. A chiederlo questa mattina è mons. Matthias Iong-hoon Ri, presidente della Conferenza episcopale coreana, in una nota giunta al Sir, tradotta in italiano, in cui espone la “posizione ufficiale” della Chiesa cattolica del Paese in merito a quanto accaduto ieri sera a Seul. “Crediamo – scrive il presidente – che molti cittadini siano rimasti sconvolti e abbiano passato una notte insonne a causa della dichiarazione della legge marziale avvenuta ieri sera. Gli atti di governo e le procedure amministrative, salvo casi di estrema urgenza, devono essere condotti attraverso procedure e metodi regolari e comunicati ai cittadini”. A questo proposito il presidente dei vescovi cattolici rileva anomalie procedurali. “Secondo l’opinione unanime degli esperti di diritto costituzionale, la proclamazione della legge marziale da parte del presidente Yoon Suk-yeol solleva molteplici questioni di legittimità procedurale. Sebbene la legge marziale sia stata revocata su decisione dell’Assemblea nazionale, resta dubbio se fosse realmente necessario proclamare una misura così grave e urgente, soprattutto considerando che è stata revocata dopo appena sei ore”.
Nella nota, mons. Matthias Iong-hoon Ri dà voce ad una serie di domande, chiamando il presidente Yoon Suk-yeol a rispondere. “Molti cittadini – afferma il vescovo – si interrogano sulla correttezza di una decisione così drastica come la proclamazione della legge marziale nel contesto attuale della Corea del Sud del 2024. Era davvero una decisione appropriata, soprattutto considerando che non vi sono evidenti minacce di invasione da parte di nemici esterni o di guerra imminente? Inoltre, proclamare la legge marziale improvvisamente nel cuore della notte, senza una reale emergenza visibile, è stata una scelta adeguata per un comandante supremo delle forze armate?”. “La democrazia del nostro Paese è stata costruita con grandi sacrifici”, si legge ancora nella nota. “La Chiesa cattolica coreana sostiene e si impegna fermamente a preservare la nostra democrazia, frutto del sangue e del sudore di molte persone nel corso degli anni. Esortiamo con forza il Presidente Yoon Suk-yeol e il governo a rispondere sinceramente alle richieste della Chiesa cattolica coreana e dei cittadini”.