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Corea del Nord: card. Parolin a Radio Vaticana, «serve multilateralismo»
La Santa Sede - ha detto ieri in un'intervista esclusiva a Radio Vaticana il Segretario di Stato Vaticano, card. Pietro Parolin, in riferimento alla crisi Coreana - ritiene il multilateralismo «lo strumento per affrontare e per risolvere i complessi problemi del mondo di oggi».
La Santa Sede ritiene il multilateralismo «lo strumento per affrontare e per risolvere i complessi problemi del mondo di oggi». Lo dice il card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, in un’intervista esclusiva a Radio Vaticana, a margine della presentazione, ieri sera, presso la residenza dell’ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede, del volume «Il Vaticano nella famiglia delle nazioni», curato da mons. Silvano Maria Tomasi che analizza il ruolo diplomatico della Santa Sede alle Nazioni Unite.
Nell’intervista il porporato coglie l’occasione per «ribadire il nostro impegno – che poi, è l’impegno di tutti – il desiderio di servire la persona, di servire la sua dignità, di servire i suoi diritti, di servire la pace, di servire una convivenza ordinata e pacifica nel mondo. Quindi, la possibilità di richiamare questi grandi principi che sono i principi della Dottrina sociale della Chiesa. E, un’ultima cosa, anche di dare indicazioni concrete: non basta affermare soltanto con la volontà, non basta ricordare i principi; l’importante è proprio anche dare indicazioni di cammini che si possono seguire. Da questo punto di vista, il libro è veramente significativo».
In merito alla crisi del multilateralismo e alla tentazione «di fare da sé e di prendere decisioni unilaterali», il card. Parolin, rispondendo a una domanda in cui si accenna alla crisi nordcoreana, sottolineando che «in un contesto pluri-polare» ci sono «molteplici istanze», ha evidenziato che «proprio per questo, direi, proprio perché il mondo si è diversificato enormemente, c’è la necessità di ricorrere» allo strumento del multilateralismo «per tentare di risolvere in modo pacifico le differenze che ci sono. Magari si potrà anche pensare alle istituzioni che traducono poi questo principio: immagino che abbiano bisogno anche loro di un aggiornamento … da quanto tempo si sta parlando di una riforma dell’Onu! Ma il principio rimane, ed è quello che abbiamo voluto sottolineare».
Ricordando che è in corso l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, è stato chiesto al segretario di Stato quale sia la richiesta della Santa Sede e del Papa in prima persona ai leader del mondo riuniti al Palazzo di Vetro. «Io credo – la risposta – che al fondo ci sia un appello alla loro responsabilità: un appello, perché evidentemente nelle loro mani ci sono i destini dell’umanità, il destino della pace, il destino della convivenza armoniosa tra i popoli. Quindi, essere coscienti di questa loro responsabilità – e saperla tradurre poi anche nella pratica, attraverso un cammino fatto insieme – alla ricerca della pace e dello sviluppo del mondo».