Cultura & Società
Corallo, mons. Galantino: «Nessuna intenzione di spegnere le emittenti locali»
«Niente contrapposizioni» tra livello locale e livello nazionale, ha spiegato il vescovo: «Nessuno vuole chiudere, modificare, creare gerarchie arbitrarie», ha proseguito: «Non c’è alcun interesse a spegnere le luci che voi accendete su certe realtà». «Le emittenti locali sono quelle che danno voce alle periferie», ha detto il segretario generale della Cei, e questo è «un’obiettivo ambizioso che ha bisogno di risorse». A questo proposito, monsignor Galantino ha reso noto che «le risorse destinate a questo settore sono rimaste le stesse» e ha esortato ad adottare «un atteggiamento di serenità».
«Le battaglie le combattiamo insieme – ha assicurato il vescovo – senza dimenticare che la crisi non lascia le cose come le ha trovate e non si può pensare di andare avanti nella stessa maniera. Le cose stanno cambiando per tutti, non si può affrontare le crisi con gli stessi strumenti». Quanto al rapporto tra livello locale e nazionale, monsignor Galantino ha precisato che «le televisioni hanno ruoli diversi: Tv2000 ha un compito, le televisioni locali un altro. In alcuni momenti non sono sovrapponibili, in altri devono imparare a essere integrabili».
Quelle delle emittenti locali cattoliche sono «storie di periferia che possono arricchire il centro»: «Noi viviamo di storie, e le storie le si va a cercare», ha detto ancora monsignor Nunzio Galantino, che ha indicato proprio questo come «uno dei tanti spazi e ambiti d’impegno nei quali si possono realizzare sinergie positive, e in cui Tv2000 potrebbe essere il coordinatore che accende i fari su una realtà che vi appartiene». Poi, rivolgendosi a chi lavora nelle radio e nelle televisioni cattoliche locali, ha assicurato: «Voi non siete i portatori d’acqua, ma coloro che segnalano, indicano e possono dire anche qualcosa di bello». L’indicazione di fondo, per i media cattolici – come aveva detto anche durante il recente incontro per i dieci anni dal Direttorio Cei per le comunicazioni sociali – è quella di «osare», dando attuazione al verbo usato da Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium: «Primerear». Dal magistero della Chiesa, i media cattolici sono inoltre chiamati a declinare «solidarietà e sussidiarietà», evitando sia «la sindrome della moglie di Lot, che camminava con la testa all’indietro», sia «fughe in avanti senza senso», soprattutto in un contesto di crisi come questo.
«La contrapposizione tra livello nazionale e livello locale non è mai stata nelle nostre menti e nelle nostre azioni», ha assicurata anche monsignor Domenico Pompili, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, intervenuto all’incontro dell’Associazione Corallo. Facendo eco a quanto detto poco prima da monsignor Galantino, Pompili ha precisato che «noi non dobbiamo essere percepiti come controparte. Bisogna ritrovare uno stile di collaborazione, sulla base del principio di sussidiarietà. Le cose vanno assunte dal basso, perché questo crea un legame virtuoso».
Sul piano della formazione, il sottosegretario Cei ha confermato la tradizione degli incontri periodici proposti da Corallo con il sostegno dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali. Come esempio di «sinergie» tra livello locale e livello nazionale, il direttore di Tv2000, Paolo Ruffini, ha citato il settimanale proposto dalle radio del Corallo, e coordinato da Roma e Rimini, e il programma televisivo «Tiqvua», che in ebraico significa speranza e corda. Tra i progetti in corso, i nuovi contatti tra le radio affinché «quante più radio possibili possano avere il marchio Inblu, legandolo alla raccolta pubblicitaria».