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COOPERAZIONE: ROSSI, MODELLO TOSCANA PER MEDITERRANEO PIÙ SOLIDALE

(ASCA) – “Prima si accoglie chi ha bisogno, poi gli si dà da mangiare e solo dopo gli si domanda chi è”. I ntervenendo al convegno fiorentino della Fondazione Giovanni Paolo II «Il Mediterraneo e le città», il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha così sintetizzato, lodandolo, il comportamento avuto in Toscana dalle forze dell’Ordine nei giorni dell’accoglienza degli immigrati tunisini. “Sbarcati gli immigrati dalla nave – ha spiegato Rossi – c’era da procedere alle pratiche di identificazione: con grande saggezza è stato evitato di concentrare in un solo luogo centinaia di uomini che, invece, sono stati inseriti in tante piccole comunità; è stata data loro una immediata accoglienza e solo dopo si è proceduto alle pratiche di riconoscimento”. In una iniziativa, sostenuta dalla Regione Toscana, che in modo inevitabile ha rinviato agli storici colloqui euromediterranei di Giorgio La Pira (una trentina gli ambasciatori presenti da molti Paesi delle rive mediterranee, quasi 80 giovani borsisti da 26 Paesi, esponenti qualificati delle tre religioni monoteiste, molti docenti universitari) Enrico Rossi ha sottolineato come sia impossibile, e inutile, “ripetere meccanicamente La Pira ma è necessario andare oltre per essere davvero fedeli al suo insegnamento”. A tale scopo Rossi ha espresso parole positive sulla necessità di ripetere, con periodicità, questo tipo di appuntamento, “accompagnando il dialogo tra le culture e le religioni nate dal ceppo di Abramo”. A proposito del rapporto fra Toscana e Mediterraneo, Rossi ha confermato la volontà di istituire, nella struttura regionale, uno specifico ufficio per il Mediterraneo “in modo da sviluppare efficaci dispositivi di cooperazione economica coinvolgendo il sistema Toscana nella sua interezza”.