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COOPERAZIONE, PARTITA PER IL NORD KIVU DELEGAZIONE DI SHALOM GUIDATA DAL CARD. ANGELINI

È partita oggi alla volta di Butembo, nel Nord Kivu in Congo, una delegazione del Movimento Shalom guidata dal card. Fiorenzo Angelini, al fine di far visita alla sezione locale Shalom e al sito dove sta nascendo la “Cittadella della carità”, con lo scopo di visionare lo stato di avanzamento dei lavori. Il progetto, in parte già realizzato dalla Congregazione Benedettina delle Suore Riparatrici del Santo Volto di Nostro Signore Gesù Cristo con l’istituzione della “Maison de la Sainte Face”, una casa di formazione con dispensario sanitario, prevede la realizzazione di una scuola, di una casa di riposo, di ambulatori e di un centro di accoglienza per i rifugiati.“Con grande felicità sarò al seguito del nostro presidente onorario in questo viaggio” – ha commentato don Cristiani – “…Un missionario di novantacinque anni a dir poco coraggioso, che non si sottrae ai suoi intenti sfidando i tanti rischi e il clima torrido di queste zone”.In questo particolare momento per la regione dei Grandi Laghi africani, con le bande armate che seminano il terrore nelle regioni del Nord Kivu, Sud Kivu, Ituri e le elezioni ruandesi che si avvicinano, il gruppo che accompagna il Cardinale – formato da mons. Andrea Pio Cristiani e da alcuni illustri cattedratici che metteranno a disposizione le loro competenze mediche a sostegno di ammalati e per la formazione di giovani medici locali – attraverserà le zone più a rischio, quelle vicine ai confini orientali del Congo, ossia le vie di fuga per trafficanti d’oro, diamanti, wolframite, cassiterite e coltan, il minerale strategico per l’industria militare e delle telecomunicazioni.Il duplice obiettivo della missione, che resterà in Congo fino al 23 luglio, è quello sia di rafforzare gli ideali del movimento, ma anche di seminare la speranza per uno sviluppo autosostenibile della popolazione locale, spesso dimenticata e abbandonata a se stessa. Gli aiuti della comunità internazionale infatti arrivano con il contagocce a causa delle mille difficoltà logistiche unite ai continui saccheggi ad opera dei gruppi paramilitari e quasi sempre sono destinati ai campi profughi, quasi mai ai locali. (cs)