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COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO: 10 PROPOSTE IN 100 GIORNI NEL LIBRO BIANCO DI «SBILANCIAMOCI»

Dieci proposte da attuare nei primi 100 giorni di governo che riguardano la cooperazione allo sviluppo, tra cui l’aumento delle risorse raggiungendo entro il 2011 lo 0,7% del Pil; il rispetto degli impegni presi in merito al raggiungimento degli Obiettivi del millennio; una nuova legge per la cooperazione; la conclusione della fase di cancellazione del debito estero avviata 6 anni fa: sono contenute nel Libro bianco 2006 sulle politiche pubbliche di cooperazione allo sviluppo in Italia, presentato oggi a Roma dalla Campagna “Sbilanciamoci”, a due anni di distanza dalla precedente edizione, che denunciava una situazione particolarmente critica.

Ad oggi, ha spiegato Giulio Marcon, portavoce della Campagna, “la politica pubblica di aiuto allo sviluppo in Italia esce dalla scorsa legislatura completamente devastata; risorse ridotte al lumicino, inefficienza paralizzante del Ministero Affari esteri; tagli alle agenzie delle Nazioni Unite; commistione degli aiuti umanitari, come in Afghanistan e in Iraq, con gli interventi militari e la promozione dell’export delle imprese”. La cooperazione allo sviluppo, ha aggiunto, “ha rischiato di morire per cattivo funzionamento e poche risorse, ma anche per il rischio di essere strumentalizzata dalla politica estera italiana”. Tra le novità, quella di aprire la cooperazione ad altre attività come il commercio equo e solidale e la finanza etica, l’elaborazione di nuovi strumenti finanziari per reperire risorse come le “tasse globali”, la collaborazione diretta con le ong e la società civile del Sud del mondo, pratica divenuta già positiva consuetudine tra organismi del Nord e del Sud. Il Libro bianco denuncia anche alcune situazioni eclatanti di cattiva cooperazione: il caso del Darfur, con la raccolta tramite sms al festival di Sanremo, che ha evidenziato come “la privatizzazione degli aiuti umanitari e il rifugio dello Stato dietro la generosità dei cittadini ha dimostrato l’incapacità di affrontare le emergenze in maniera adeguata. Una riprova è Avamposto 55, l’ospedale finanziato con i fondi di Sanremo ma che è attualmente impossibilitato ad operare per mancanza di fondi, strutture e personale”. Nel caso dell’Iraq, invece, “la commistione umanitario-militare – denuncia il Libro bianco – finisce solo per ostacolare e mettere in pericolo i cooperanti. L’aiuto umanitario serve a proteggere i militari dagli attacchi dell’opinione pubblica, soprattutto in Occidente, ma in buona misura anche in Iraq”. Se poi si entra nel merito, puntualizza il Libro bianco, “si scopre che gran parte dei fondi a carattere umanitario sono rimasti a gestione e beneficio italiano”.Sir