Toscana
Cooperazione, Aics: presto bando, ma manca viceministro delegato
L’idea di Aics, afferma Maestripieri durante uno dei panel dell’appuntamento organizzato dall’Agenzia e dalla Regione, “è di presentare al prossimo comitato congiunto un nuovo bando sulla base dei fondi che sono stati stanziati per il 2019 sul bilancio dell’Agenzia”. Purtroppo, aggiunge, “non abbiamo ancora un viceministro delegato alla cooperazione, questo inevitabilmente rallenta una serie di processi. Auspicabilmente speriamo che anche questo trovi presto una composizione”.
In modo da accelerare sui molteplici fronti sui quali Aics scommette: dalla progettazione urbana sostenibile agli alloggi sicuri e convenienti, e ancora sulla disponibilità di risorse idriche e di servizi igienico-sanitari per tutti, passando per la lotta ai cambiamenti climatici. Obiettivi che si muovono in coerenza con l’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile.
Per centrarli l’Agenzia conta sul rafforzamento del rapporto con le realtà locali, che possono farsi da tramite per portare avanti interventi in microrealtà. Cruciali su questo versante diventano i partenariati perché, spiega alla Dire, “sono sempre stato un fiore all’occhiello della cooperazione italiana riconosciuto a livello internazionale”.
Il progetto a beneficio delle città libiche, realizzato in sinergia con Anci, oppure quello con le municipalità tunisine “che vede la Regione Toscana protagonista” fungono da casi di scuola piuttosto eloquenti. La Toscana, dal canto proprio, ricorda la vicepresidente della Giunta regionale, Monica Barni, si sta muovendo in continuità col passato investendo molto e creando reti a sua volta con i territori e le istituzioni locali.
Una partecipazione pensata, evidenzia Barni, “per costruire insieme delle azioni che devono riguardare dei territori specifici. Lavoriamo in particolare sull’Africa del Nord e subsahariana, ma anche in Libano e in Palestina, cioè in Paesi dell’area del bacino del Mediterraneo, investendo su temi finora poco battuti”.
Lo spettro degli interventi toscani è molto ampio, va dal co-sviluppo con iniziative portate avanti insieme ad associazioni di migranti presenti in Toscana al lavoro congiunto con le organizzazioni no-profit. Presto la Regione presenterà un report completo. Certo, la collaborazione anche fra enti può essere penalizzata negli ultimi tempi da sensibilità politiche ostili soprattutto nei confronti dei migranti, nonché da attacchi alla cooperazione provenienti da “campagne mediatiche” mirate.
Occorre, dunque, pensare a una nuova narrazione. A toccare questo tasto è in particolare Tana Anglana, del Summit nazionale delle diaspore: “Il mio suggerimento è ragionare un po’ di più su quanto le migrazioni sono connesse ai nostri stili di vita” chiarisce. “Di fatto come europei non subiamo le migrazioni, molto più spesso ne siamo all’origine” con comportamenti come il land grabbing o il fast fashion. “Guardare alle nostre connessioni alle nostre identità di europei come a una cosa che ha a che vedere con le migrazioni – il suo invito – può farci crescere”.