Darwin comprese l’importanza centrale della testimonianza fossile per la sua teoria dell’evoluzione, e da allora molte scoperte straordinarie hanno radicalmente confermato la genialità delle sue intuizioni. Tuttavia, mentre la realtà dell’evoluzione non è in discussione, restano dei problemi. Lo ha detto Simon Conway Morris, dell’Università di Cambridge, intervenendo oggi a Roma alla prima giornata del Convegno internazionale su Evoluzione biologica. Fatti e teorie, in corso alla Pontificia Università Gregoriana fino al 7 marzo. L’evoluzione è come ogni altra scienza, e cioè prevedibile, ha ricordato il paleontologo, e se dovessimo rimandare indietro il nastro della vita i risultati finali sarebbero completamente differenti. Sull’esistenza di varianti genetiche che guidano l’evoluzione biologica si è soffermato Werner Arber, dell’Università di Basilea, secondo il quale sulla base delle conoscenze attuali si ipotizza che i prodotti di uno specifico gene dell’evoluzione’ forniscano varianti genetiche in cooperazione con vari elementi non genetici. Le somiglianze tra specie ha osservato Douglas J. Futuyma, della State University di New York divennero spiegabili solo quando Darwin postulò che molte di loro fossero la conseguenza di eredità, probabilmente con modificazione, di comuni antenati di questa specie. Comparando caratteristiche della specie in questa cornice, ha proseguito il biologo, abbiamo imparato molto sui modelli e la velocità di evoluzione, inclusi i cambiamenti di forma e funzione anatomica, le modificazioni evolute dello sviluppo embriologico delle strutture, i cambiamenti nei geni e nelle proteine, l’evoluzione di nuovi geni e funzioni genetiche, e la degenerazione e la perdita di organi e di geni che hanno perso la loro funzione. Dalle anatomia ed embriologia comparate del XIX secolo alla ricostruzione della sequenza di interi genomi nel XXI secolo ha affermato il relatore la ricerca biologica ha riaffermato il principio della discendenza comune e della modificazione, e ha fornito una comprensione sempre più profonda dei sentieri del cambiamento evolutivo. Darwin costruì una struttura concettuale che ha canalizzato la ricerca evolutiva per un secolo e mezzo, ha ammesso Jean Gayon, dell’Università di Parigi. I biologici evolutivi contemporanei, secondo l’esperto, hanno messo alla prova l’idea darwiniana della selezione naturale, ammettendo che essa è la sola spiegazione accettabile per l’adattamento, ma al tempo stesso sollevando seri dubbi sulla sua capacità di essere un principio del tutto sufficiente per la spiegazione di alcune o di tutte le altre classi di fatti che Darwin ha spiegato attraverso questo principio.Sir