L’anno scorso, anche con la nostra sessione, abbiamo ricordato e celebrato il compiersi di un secolo di cammino ecumenico. Sulla soglia di questo nuovo tempo, in cui le speranze ecumeniche sono chiamate a misurarsi, e a temprarsi, al confronto con le tensioni e gli interrogativi, i dubbi e i travagli che attraversano non solo le chiese e il mondo cristiano, ma l’intera società umana, e in primo luogo le nostre coscienze, il Sae ha deciso di affrontare uno dei temi più urgenti, delicati e controversi, delle relazioni culturali e religiose: l’etica. Lo ha detto, stamattina, Meo Gnocchi, presidente nazionale del Sae, aprendo i lavori della 48ª sessione di formazione ecumenica estiva, in corso a Chianciano Terme (Si). Il nostro mondo avverte l’acuta esigenza di rinsaldare, o addirittura ricostituire, il tessuto etico della vita sociale e civile ha affermato Gnocchi -, ma assiste anche all’incrociarsi, e talora allo scontrarsi, di istanze etiche diverse, scaturenti da diverse visioni culturali e religiose. Le chiese cristiane patiscono anch’esse, al loro interno e nelle loro relazioni reciproche, tensioni conflittuali. Per certi aspetti, però, le grandi cause della pace, della giustizia, dei diritti dei popoli e della salvaguardia del creato sono state costantemente tra i motivi propulsori di un cammino comune delle chiese. Su altri versanti oggi l’etica ha proseguito il presidente del Sae – è diventata uno dei terreni di più difficile rapporto tra le chiese e di più inquieta esperienza al loro interno. La strada su cui il Sae ha cercato di mettersi anche con questa sessione è, in conformità alla propria storia, alla propria vocazione e al proprio stile, quella del confronto e del dialogo. Più ancora, questa sessione vorrebbe essere un piccolo atto di speranza. Il tema etico sarà trattati su un arco biennale, dedicando principalmente questa sessione ai fondamenti – biblici innanzi tutto, e poi teologici e antropologici – e ai criteri ermeneutici che informano le diverse concezioni etiche, compresa quella che ha il suo punto d’origine nella cultura laica. Sono quattro gli stili di etica individuati dal Sae nella sessione, connotati con quattro parole: creazione, vocazione, liturgia, scrittura. Dalle diverse prospettive potrà già risultare la diversità di valutazione delle specifiche questioni etiche. Ci metteremo così innanzi alla situazione ecumenica attuale in ciò che essa ha ancora di irrisolto e di incompiuto – ha concluso il presidente del Sae – ma per essere capaci di scorgere le brecce del possibile, aperte su un futuro che assumerà forma anche in rapporto alla fede e alla passione di chi vorrà intraprenderne le vie.Sir