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CONVEGNO MEDICI CATTOLICI; CARD. BARRAGAN: LE VERE NORME ETICHE NON PROVENGONO DALLE MAGGIORANZE

“Ci sono due precetti che oggi, nelle società democratiche, premono per essere presi in considerazione, specie da parte dei professionisti della sanità: il primo è Non uccidere e il secondo è Non mentire”: lo ha detto questa mattina a Roma, aprendo con il suo intervento i lavori del convegno dell’Associazione medici cattolici italiani (Amci), il presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale degli operatori sanitari, card. Javier Lozano Barragan. Riferendosi alla professione medica, il cardinale ne ha sottolineato la grande valenza scientifica e umana e ha aggiunto che “il medico cristiano in qualche modo prolunga la presenza sanante di Cristo”.

Di fronte alla pluralità di posizioni odierne sui temi della bioetica e della vita in genere (aborto, eutanasia, manipolazione genetica, ricerca sugli embrioni ecc.), il card. Barragan ha detto che “il soggettivismo e il relativismo odierni, sui quali tante volte sono intervenuti prima Giovanni Paolo II e poi Benedetto XVI, portano a una cultura della morte. Le vere norme etiche – ha poi concluso – non provengono dal consenso delle maggioranze o da comitati etici nazionali e sovranazionali, ma da Dio stesso”.

“Alcuni principi fondanti quali la dignità e il valore della persona umana e la difesa della sua esistenza sono stati il motore del processo di trasformazione istituzionale degli Stati nel continente europeo e dell’America del Nord ed essi, pertanto, assumono la connotazione di elementi costitutivi e prioritari della democrazia”: lo ha detto oggi a Roma, nella sua relazione introduttiva al convegno “I medici cattolici cittadini dello Stato democratico. Fede cristiana, principi etici e azione socio-politica”, il presidente dell’Associazione medici cattolici italiani (Amci), Vincenzo Saraceni. Secondo mons. Rino Fisichella, rettore della Pontificia Università Lateranense, che ha svolto la seconda relazione, “oggi si registra un grado di improvvisazione attorno ai temi della bioetica le cui conseguenze si faranno sentire in futuro sulle giovani generazioni”. Il vescovo Fisichella ha poi aggiunto che “la libertà politica per i cattolici non può fondarsi su una libertà relativistica, come se tutte le opinioni fossero uguali. Se in politica la mediazione può essere necessaria, sui principi etici che fondano la vita comune non si può invocare”. Questo perché – ha concluso – “le problematiche etiche oggi interrogano le nostre coscienza come mai in precedenza. La sacralità della vita e la sua intangibilità vanno ribadite con forza a tutti i livelli. Questa verità non appartiene agli uomini e chiediamo che anche chi non crede si confronti con essa per verificare in profondità le nostre posizioni”. Sir