Il richiamo alla natura non è un’invenzione cattolica, ma una realtà che ci precede, ci accompagna e ci seguirà nonostante i tentativi di alcuni nel volerla umiliare, ferire e forse violentare. Lo ha detto mons. Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, aprendo oggi il Congresso internazionale promosso in Vaticano dal citato organismo pontificio, sul tema: Le nuove frontiere della genetica e il rischio dell’eugenetica. Non ci sarà futuro autentico per le nuove generazioni ha affermato il relatore se non saremo capaci di consegnare loro una ricchezza di cultura che pone la natura come un patrimonio comune che è offerto e non può essere distrutto; con le sue leggi che tutti devono riconoscere e accogliere prima ancora di essere riformulate in formule chimiche o in sistemi giuridici. Un sano progresso, insomma, impone che le leggi proprie della natura siano rispettate, e la ricerca scientifica e tecnologica sarà tanto più feconda e produttiva quanto più sarà in grado di questo rispetto e della sua gelosa custodia. Dinanzi a una visione spesso riduttiva della persona e della sua dignità, come pure di fronte a forme antropologiche che creando divisioni e dualismi ne minano l’integrità e quindi ne umiliano la dignità ha confermato Fisichella – è urgente e importante che si senta la voce della Chiesa nel riaffermare l’insegnamento di sempre. L’uomo è debitore della sua vita. E’ uscito dalle mani del Creatore e la sua realizzazione piena si potrà concretizzare solo nella condizione di percepire se stesso e costruire la propria esistenza personale e sociale senza mai volersi sostituire a Dio. No, dunque, alla tentazione prometeica e al senso di onnipotenza che spesso accompagna alcune fasi della ricerca. Secondo il presidente della Pontificia Accademia della Vita, le nuove frontiere della genetica ci pongono dinanzi a sfide e rischi che non sono un limite imposto alla scienza, ma un richiamo forte ad entrare sempre di più nella natura e soprattutto nelle sue forme più nascoste che sono cariche di intelligibilità. La vera sfida, pertanto, si pone nella nostra capacità a saper percepire e cogliere il mistero della creazione e lasciarsi affascinare da tanta bellezza e perfezione di cui è rivestita. In questo modo, chiunque si accosterà ad essa con meraviglia non potrà che rimanere stupito di come tanta complessità nasconda in sé altrettanta semplicità.Sir