Fare dell’Italia un Paese all’avanguardia nell’ecumenismo. Questa è la sfida che l’ortodosso di rito ucraino, Nilos Vatopedinos, vicario arcivescovile per le Calabrie e la Sicilia, vede nel futuro del dialogo fra i cristiani. In questi anni ha detto parlando al convegno della Fisc a Ravenna il cammino verso l’unità è andato avanti, c’è però il rischio di trasformarsi in una élite. Dobbiamo mettere in pratica non soltanto ciò che le Commissioni miste propongono ma anche le soluzioni che arrivano dalla gente, dalle situazioni concrete. È un’unità da realizzare non per paura dell’Islam. È un’unione, al contrario, da concretizzare grazie all’affinamento dell’amore reciproco, saremo giudicati non per i titoli accademici ma perché abbiamo dato da mangiare, abbiamo condiviso la fatica, abbiamo offerto segni di speranza. Il vicario ha ricordato che questa, per gli ortodossi, è la settimana della luce che segue la celebrazione della Pasqua ortodossa e che proprio oggi le Chiese orientali rendono grazie alla Madonna Madre di Dio e fonte di vita. Soffermandosi sui mosaici di Ravenna, Vatopedinos ha detto: L’arte rivela ai cuori ciò che la scienza non può spiegare alle menti. L’Italia è per noi ortodossi un grande Santuario. In conclusione il vicario ha rivolto un appello ai settimanali diocesani: Nel cammino del dialogo i momenti di crisi non mancheranno. Anche la comunicazione a volte può favorire la diffidenza e la separazione. A voi giornalisti cattolici chiedo di approfondire e capire le posizioni di tutti.Sir