Vita Chiesa
Convegno Firenze: 30 incontri per conoscere la città
A presentarli nel dettaglio, questa mattina nell’Arcivescovado del capoluogo toscano, il vicario generale della Diocesi mons. Andrea Bellandi, che ha sottolineato come l’iniziativa rappresenti una novità rispetto ai precedenti quattro appuntamenti della Chiesa italiana e intenda “offrire ai delegati provenienti da tutta Italia la possibilità di incontrare direttamente la realtà ospitante, in questo caso la città di Firenze, con la sua storia, il suo patrimonio culturale, artistico e caritativo, le molteplici esperienze di umanesimo “realizzato” che l’hanno contraddistinta nei secoli e quelle che, magari in forme diverse o in ambiti del tutto nuovi, continuano a caratterizzate il tessuto ecclesiale e civile di questa città, per molti aspetti unica al mondo”.
“Se il tema, infatti, sarà quello del “nuovo umanesimo” che nasce dalla fede in Gesù Cristo – ha proseguito il vicario generale –, il Convegno non potrà, né dovrà, limitarsi a immaginare direzioni prospettiche per il futuro, come se alle proprie spalle, o nel presente stesso, non vi fossero state già forme di realizzazione di esso, più o meno eclatanti, così come più o meno riuscite, nei diversi ambiti dell’esperienza e della creatività umane”.
“Per rispondere alle molteplici sfide che l’epoca attuale pone non solo alla Chiesa ma all’intera società – ha insistito mons. Andrea Bellandi – il Convegno andrà quindi ‘alla scuola’ di ciò che già è stato fatto nei secoli passati e di ciò che anche oggi, in ambiti e forme diverse, viene ‘tentativamente’ realizzato. Non si vuole, infatti, disegnare in astratto un “nuovo umanesimo”, ma si vuole partire dall’esperienza vissuta della fede cristiana, in cui emergono spazi di ‘vita buona del Vangelo’ per la società tutta”.
I trenta incontri avranno luogo nel pomeriggio di giovedì 12 novembre, quando i delegati del Convegno, suddivisi in gruppi, incontreranno, come ha spiegato il vicario generale, “trenta esperienze di ‘vita buona’, con i loro aspetti positivi e le loro eventuali fragilità, da quelle delle origini del cristianesimo a Firenze a quelle odierne, suddivise in tre grandi ambiti: ‘Firenze e la sua Chiesa: storia e testimoni’, ‘Vita pastorale nella Chiesa fiorentina oggi’ e ‘Realtà ed esperienze sociali e culturali a Firenze’”. Di qui l’invito alla riscoperta delle radici, dalle esperienze religiose, caritative e culturali del Medioevo e del Rinascimento fino alle figure-simbolo che hanno plasmato l’identità della Chiesa fiorentina nel Novecento, come il cardinale Elia Dalla Costa, don Giulio Facibeni, Giorgio La Pira e don Lorenzo Milani.
Passando al presente, non si può prescindere dal fatto che “il vero volto di Firenze lega insieme fede, verità o ricerca umana di essa, carità”: da qui “una fede operante nel tempo, capace di interlocuzione con la cultura ed il mondo d’oggi, e una pastorale contrassegnata da moderne esperienze nella catechesi, dall’evangelizzazione dei giovani e degli adulti anche attraverso i mezzi di comunicazione sociale”, che presenta “forme di spiritualità e di vita monastica, non chiuse in se stesse, ma che agiscono come ‘finestre aperte’ su Firenze, attente ai suoi mutamenti ed alle sue emergenze; impegnate anche nell’ecumenismo e nel dialogo interreligioso che la Diocesi sviluppa sulla spinta della crescente presenza di nuovi immigrati in fuga dalle guerre”. Un tessuto su cui “si innesta la carità, ben radicata nella tradizione fiorentina” – come dimostra la Misericordia, presente dal 1224 – ma che “deve svilupparsi anche per l’evolversi delle povertà”.
Non meno significative le esperienze sociali e culturali che proprio al mondo della carità sono spesso contigue: alcune delle più significative riguardano infatti l’assistenza e la cura della salute delle persone e in particolare dei soggetti più fragili come gli anziani, ma anche l’integrazione degli studenti stranieri provenienti da Paesi in via di sviluppo (Centro Internazionale La Pira) o il recupero dei detenuti nella Casa circondariale a custodia attenuata “Mario Gozzini” nota come “Solliccianino”. Ma grande importanza, nella città culla dell’arte, della cultura e della scienza, riveste anche il rapporto di queste tre dimensioni con la fede. Su questo versante ci sarà innanzitutto occasione, per i convegnisti, di ammirare il nuovo Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore, che sarà inaugurato il 29 ottobre, ma anche di incontrare musei e gallerie d’arte nonché biblioteche e fondazioni culturali, come anche esperienze meno conosciute ma capaci, come le altre, “di confrontarsi e di cooperare con la vocazione umanistica della Chiesa”.