Fiesole

Convegno diocesano: il lavoro di Vicariati e Unità pastorali

DI LUCA CAPPELLICome ogni anno la diocesi fiesolana stende il bilancio dell’anno che sta per concludersi. L’appuntamento per ripercorrere il lavoro svolto in questo anno pastorale è il Convegno pastorale che si svolgerà il prossimo venerdì 6 giugno, con inizio alle ore 21, presso il Cinema Masaccio di San Giovanni Valdarno. In una formula innovativa si alterneranno momenti di preghiera, riflessione, testimonianze e momenti di letture recitate, in una scenografia apposita, che ci aiuteranno non tanto a fare spettacolo quanto ad ascoltare con maggiore verità le ragioni di una discussione, di un interrogativo intorno al «volto», alla persona di Gesù. Il lavoro di questo anno pastorale ha visto, infatti, in varie forme e a più riprese interrogarsi intorno alla domanda che Gesù pose ai suoi discepoli a Cesarea di Filippo «Voi chi dite che io sia?».«Questa è stata – afferma il vescovo Luciano Giovannetti nella lettera-invito ai parroci, alle associazioni, ai membri delle commissioni e dei consigli, a tutti i laici impegnati – l’occasione per tornare a riflettere sul fondamento della nostra fede, il mistero di Gesù Cristo, Figlio di Dio, venuto nel mondo per annunciare e testimniare l’amore del Padre, e che ha portato a compimento la sua missione attraverso la sua Pasqua di crocifissione, morte e resurrezione». «Abbiamo così nuovamente compreso – continua – che la nostra fede si fonda su una memoria viva, non semplicemente su ritrovamenti archeologici o solo su testi scritti. Una memoria che la Chiesa sempre ha attualizzato e continua ad attualizzare nella celebrazione dell’Eucarestia, soprattutto domenicale, il momento per eccellenza in cui noi possiamo rispondere alla domanda di Gesù: tu sei colui nel quale generazioni e generazioni di credenti prima di noi hanno creduto e continuano a credere, colui che essi ci hanno raccontato. Tu sei colui nel cui nome tanti uomini e donne continuano fino a oggi a dare la vita». «In questa prospettiva – conclude il Vescovo –, il nostro convegno diocesano vuole essere un momento di preghiera e di riflessione, in cui esprimere al Signore la gratitudine per il cammino fatto e avere l’occasione, ancora una volta, di interrogarci sulle ragioni della nostra fede».Per questo saranno centrali, all’interno della serata, le testimonianze di chi questa ragione l’ha trovata nel proprio lavoro, nella famiglia, nella scelta di un cammino verso la vocazione sacerdotale. La serata di riflessione attraverso le letture prende il via da un brano della provocazione del Sartre di Bariona o il figlio del tuono. Un racconto che ruota intorno al mistero del Natale visto dagli occhi di un personaggio che, per tutta la sua vita, si domanda e cerca la risposta del senso dell’incontro con questo Dio fatto uomo. Risposta che nasce piano piano tra le righe del Processo a Gesù di Diego Fabbri, altro momento più centrale, dove la domanda «voi chi dite che io sia» si scompone nelle vite reali dei personaggi che prendono parte al «processo». Una riflessione che finirà poi, nella conclusione della serata, con le parole di Papa Giovanni Paolo II in occasione della veglia di preghiera durante Gmg di Roma: «È Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna». LE RELAZIONI SUL LAVORO NEI VICARIATI E NELLE UNITA’ PASTORALIDI SIMONE PITOSSIUn anno di riflessione su Gesù? «Provvidenziale», una «felice proposta», iniziativa di «grande interesse». Ecco solo alcuni dei commenti di vicariati e unità pastorali della diocesi espressi nelle relazioni di fine anno sul tema centrale del programma pastorale dell’anno che sta finendo. Una sintesi di questi lavori viene presentata durante il Convegno pastorale di questo venerdì 6 giugno. Le relazioni mettono in evidenza il lavoro svolto, le difficoltà incontrate, alcuni suggerimenti. C’è chi ha seguito le vie più classiche (incontri di catechesi, pellegrinaggi, ritiri) c’è chi ha tentato nuove vie e nuovi linguaggi (cinema, posta elettronica, internet). C’è chi si è rivolto agli adulti, chi ai giovani, chi alle famiglie. E la visione d’insieme è davvero una panoramica interessante sul lavoro svolto in diocesi quest’anno.U.P. CAVRIGLIA. «Anche nelle nostre comunità – sottolinea il documento dell’Unità pastorale di Cavriglia – si deve ammettere che la questione di Gesù non è di grande interesse». La cosa preoccupante è che da un lato c’è «un approccio esotorico nei confronti della persona di Gesù» dall’altro un modello di fede «di tipo magico-superstizioso più legato al culto esteriore». Come si è lavorato per riportare al centro la visione autentica di Gesù Cristo? Nella parrocchia di San Giovanni Battista ci sono due esperienze forti. La prima le «comunità familiari di evangelizzazione» che «si ritrovano intorno ad una coppia per lodare il Signore». La seconda è il «seminario di vita nuova» che consiste in una serie di catechesi-testimonianze rivolte sia a chi già frequenta sia alle persone lontane dalla fede. Le parrocchie di Massa, di San Pancrazio al Neri e di S. Donato a Castelnuovo dei Sabbioni concordano su questo «nostro tempo che vuol mettere Cristo fuori dalle proprie realtà» e che che per questo «necessita di essere rievangelizzato». Al Neri e a Castelnuovo si è cercato di dare grande importanza all’«aspetto pratico della carità».U.P. MONTEVARCHI. Nell’Unità pastorale di Montevarchi la domanda del Piano pastorale «Voi chi dite che io sia?» ha «trovato buona accoglienza e ha stimolato nelle parrocchie itinerari sia nella liturgia che nella catechesi di ragazzi ed adulti». Due le iniziative che vengono segnalate: la Missione Famiglia («vista la buona esperiena fatta ci si sta muovendo per una iniziativa più esterna a livello cittadino») e la Missione Giovani. In secondo luogo è sottolineata la formazione degli animatori tramite il corso biblico. Infine si mette in evidenza una certa difficoltà «nel far incontrare e far lavorare il Consiglio nel suo insieme» rendendo complicata la partecipazione dei laici.U.P. SAN GIOVANNI. La relazione dell’Unità pastorale di San Giovanni Valdarno mette in evidenza il lavoro svolto dal Consiglio interparrocchiale per approfondire il tema di quest’anno pastorale – la figura di Gesù Cristo – snodandosi in tre momenti: una parte antropologica, una teologica, una cristologica. La considerazione finale è che «tutti gli incontro sono serviti per formare un clima di familiarità fra le varie parrocchie».U.P. INCISA. «Il piano pastorale – si legge nel documento dell’unità pastorale di Incisa – è stato utilizzato in alcune parrocchie per aiutare il cammino di formazione dei catechisti, il percorso di fede dei cresimandi, sia ragazzi che adulti». Dalle riflessioni e dai dibattiti è stato rilevato che «è sempre più urgente oggi annunciare Gesù Cristo con un metodo narrativo ed un linguaggio il più possibile adotto alle sfide, alla mentalità ed alla cultura dell’uomo contemporaneo». Per questo è necessario «un ringiovanimento del linguaggio»: per questo «abbiamo valorizzato il linguaggio dell’arte, della musica, dello sport, di internet…». «Siamo determinati – conclude il documento – a continuare il nostro percorso vivendo quella spiritualità di comunione che ci fa essere più uniti e missionari, come persone e come comunità».U.P. RIGNANO. Nonostante l’Unità pastorale di Rignano abbia «difficoltà a vivere momenti comuni» il lavoro svolto ha puntato – attraverso ripetuti interventi mirati – a ridurre «la distanza delle persone dalla Parola di Dio» e «la disaffezione dalla confessione coltivata e vissuta regolarmente». «L’essere a disposizione in maniera sistematica – continua il documento – per il sacramento della riconciliazione ha offerto a ciascuno l’opportunità di riprendere il filo del discorso su e con Gesù». A livello di catechismo è stato impostato «un cammino di formazione liturgico-biblica con i catechisti perché a loro volta siano in condizione di focalizzare a pieno la figura di Gesù».U.P. FIGLINE. Nell’unità pastorale di Figline i sacerdoti hanno tenuto conto del piano pastorale soprattutto nella «tematica omiletica dei tempi forti dell’Anno liturgico, Avvento e Quaresima». Inoltre è stato utilizzato «negli incontri settimanali di catechesi in preparazione alla Pasqua, negli incontri nei centri d’ascolto e nei gruppi più impegnati del laicato cristiano».VICARIATO FIESOLE. Il tema proposto «ha molto interessato e coinvolto i fedeli delle diverse parrocchie del Vicariato dell’Isola di Fiesole». Alcune parrocchie hanno approfondito il tema nei «Centri di ascolto del Vangelo», altre durante le «Conferenze-Ritiro». Alcune parrocchie, singolarmente, «hanno riunito i propri fedeli appositamente per leggere e commentare il Piano», altre ancora si sono servite di alcuni film famosi «per focalizzare gli aspetti più salienti della figura, della vita e del messaggio salvifico del Cristo». Infine due iniziative vicariali: la prima in Cattedrale con una conferenza sulla Sindone, la seconda a Caldine dove «sono stati proiettati spezzoni di film famosi per approfondire la figura di Gesù».VICARIATO VALDISIEVE. «Tutte le parrocchie – spiega il documento del vicariato della Valdisieve – hanno tenuto ben presenti le indicazioni contenute nell’introduzione del Piano: la rievangelizzazione dei praticanti, il coinvolgimento di tutte le categorie di persone, l’annuncio a coloro che appaiono lontani». Tra le principali riflessioni c’è che quella di «Gesù nostro contemporaneo»: «le provocazioni dell’oggi, gli attacchi, i dubbi» non possono scalfire «la realtà dell’incarnazione di Dio nella storia e la sua presenza vitale e illuminante». E poi ci sono alcuni itinerari aperti. Tutto il lavoro fatto, conclude il documento, «costituiscono le tappe, le stazioni di ristoro di un percorso non privo di difficoltà che abbiamo però la fede gioiosa di percorrere con Cristo».VICARIATO CHIANTI. Nel Vicariato del Chianti si sono svolte numerose iniziative anche se «la configurazione geografica del territorio permette difficilmente iniziative unitarie e sistematiche». Si va dal corso di canto gregoriano per la liturgica a Chiocchio alla cura e alla valorizzazione della liturgia domenicale nella parrocchia di Greve dove, tra l’altro, è stata avviata l’esperienza delle catechesi per gli adulti. Ci sono poi i corsi di preparazione al matrimonio, «una iniziativa pastorale di grande efficacia che riesce a raggiungere molte coppie giovani riavvicinandole, in molti casi, a una vita di fede più consapevole e partecipata». Nella parrocchia di Panzano e San Leolino «vengono organizzate molte attività di tipo culturale e spirituale»: proprio a S. Leolino, ogni anno, si svolge la Giornata diocesana degli artisti. Nel Chianti senese è «attivo da alcuni anni un gruppo di famiglie abbastanza numeroso che si riunisce regolarmente per incontri di formazione e catechesi». Il Vicariato ha poi ospitato il 2 giugno la festa diocesana della famiglia.VICARIATO ALTIPIANO. Nel vicariato dell’Altipiano Valdarnese dalle riflessioni svolte a livello di incontri dei sacerdoti sono emerse due direzioni: alcune iniziative a livello vicariale, altre a livello parrocchiale. A livello vicariale è stato lanciato in Quaresima un ciclo di incontri di preghiera per riproporre il volto di Gesù ai giovani: la sede è stata la chiesa di Sant’Agata: la risposta dei giovani non è stata sufficiente e gli incontri sono diventati un punto di riferimento per alcuni adulti. Un’«iniziativa ben riuscita è stata la proposta dell’incontro con Cristo nell’esperienza del pellegrinaggio. Due le esperienze: il primo marzo ad Assisi con i bambini in cammino verso la prima comunione e le loro famiglie; poi il pellegrinaggio sui luoghi di S. Rita partecipato da molti fedeli. E poi si segnalano alcuni momenti di catechesi a livello parrocchiale: gli incontri biblici a Reggello, i centri di ascolto quaresimali a Castelfranco, il lavoro di alcuni gruppi familiari. Infine la conclusione unitaria nell’incontro vicariale con don Bruno Maggioni centrato sul Gesù dei Vangeli nella Pieve di Pian di Scò.VICARIATO CASENTINO. «Provvidenziale» secondo il Vicariato del Casentino la riflessione di quest’anno sulla figura di Gesù. Per due motivi. Il primo: l’insegnamento di Cristo supera l’insegnamento dei Santi ma «è lecito chiedersi fino a che punto nelle nostre chiese le manifestazioni di religiosità popolare e la stessa predicazione siano coerenti con tale convincimento». In secondo luogo «si sta assistendo al proliferare di una pibblicistica fortemente cristica, se non ostile, nei confronti del Nazareno». Allora il Vicariato ha pensato a un ciclo di incontro di catechesi riservata agli adulti (in Avvento e in Quaresima). Ma non si sono fermati qui: «Il nostro lavoro è stato coronato dal tentativo di far giungere attraverso la posta elettronica – ad alcuni conoscenti e studenti – la domanda “La gente chi dice che sia il figlio dell’uomo?”. Le risposte che abbiamo ricevuto vanno dalla sincera professione di fede, ad aperture e attese cariche di speranza, ad atteggiamenti di dubbio o di delusione». Infine un auspicio: dedicare il prossimo anno pastorale alla figura di San Paolo «sarebbe un modo per proseguire il lavoro di formazione avviato nell’anno in corso».