Firenze

Convegno dei vescovi del Mediterraneo, Betori: «abbiamo vissuto un tempo di grazia»

Sarà la storia a mostrare i frutti di questo evento mai realizzato prima, che ha riunito a Firenze in contemporanea vescovi e sindaci provenienti da tanti diversi paesi del Mediterraneo, luogo di incrocio delle tre religioni abramitiche, uno dei crocevia politico-culturali più rilevanti del mondo.Mentre dall’Ucraina arrivavano notizie oscure di guerra nella nostra città abbiamo acceso una luce, quella del dialogo e dell’incontro. «Firenze è il centro della speranza di pace» ci ha detto il presidente Sergio Mattarella, che abbiamo accolto domenica per partecipare alla messa nella basilica di Santa Croce, le sue parole ci onorano e ci fanno carico di responsabilità.A chi mi chiedeva prima dell’evento quali fossero le mie attese ho risposto: dobbiamo lasciarci sorprendere da una novità non attesa, accoglierla e farcene eredi.È passato poco tempo, ma volgendo lo sguardo a quello che è stato, ripercorrendo questi giorni e ricordando parole, volti e sguardi posso sin da ora affermare che abbiamo vissuto un grande momento, un tempo di grazia, da osservare con gli occhi della fede, come faceva Giorgio La Pira, e non con il metro di misura limitato degli uomini.Nelle sale di Santa Maria Novella e in Palazzo Vecchio siamo stati testimoni di incontri che avvicinano le persone, che le fanno conoscere, che abbattono le diffidenze e i muri. Abbiamo assistito al primato della persona sulle istituzioni: le persone erano i vescovi e i sindaci, le figure più prossime ai cittadini, coloro che intercettano le esigenze della gente, e le speranze della povera gente. Questi si sono confrontati, si sono ascoltati per trovare strade condivise di pace, e hanno poi siglato una dichiarazione comune. Un impegno che auspichiamo possa portare buoni frutti nel futuro.Mi piace pensare che in questi giorni ci siamo pienamente collocati nella strada tracciata da La Pira, abbiamo raccolto la sua eredità, portato un passo avanti la sua visione.Sono grato al card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei di averci fatto questo dono, aver portato nella sua città ospiti e temi di respiro internazionale, di valore fondamentale per il futuro dell’umanità, che hanno allargato la mente e il cuore di tutti. Lo ringrazio per la passione e dedizione profusi per promuovere questo evento. Esprimo la mia gratitudine poi al sindaco Dario Nardella che ha arricchito queste giornate di dialogo fra vescovi invitando 60 sindaci del Mediterraneo.Uno spirito di accoglienza ha caratterizzato tutta la città durante il convegno, ringrazio donne e uomini che si sono adoperati per questo: dalle istituzioni, alle autorità, alle forze dell’ordine, ai cittadini, ai tanti volontari. La loro disponibilità ed entusiasmo, ma anche fatica hanno assicurato che i lavori del Convegno si svolgessero al meglio, fino all’organizzazione della celebrazione finale in Santa Croce. Sono stati quasi duecento i volontari, giovani e anziani, studenti e pensionati, che hanno risposto all’appello, le loro pettorine gialle sono state ovunque il segno di un’accoglienza premurosa ed efficiente, li ho ringraziati e li ringrazio ancora uno a uno per aver mostrato il volto generoso della nostra diocesi, un bel segno di Chiesa in uscita.Non posso poi dimenticare infine la nostra gente che ha accompagnato con la preghiera i giorni del Convegno, le centinaia di persone che domenica per ore, nonostante il freddo in piazza Santa Croce hanno manifestato vicinanza al presidente Mattarella, hanno pregato per papa Francesco e con papa Francesco all’Angelus si sono rivolti al Signore per chiedere di fermare la guerra in Ucraina.Da Firenze, spes contra spem, come diceva La Pira noi continueremo sempre a invocare la pace e la fratellanza fra i popoli.Cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze