Vita Chiesa

CONVEGNO CHIESE DEL SUD, IL DOCUMENTO FINALE; CARD. SEPE: UN SEGNO PROFETICO PER TUTTA LA CHIESA ITALIANA

“Uomini e donne del Sud, non nascondiamo le difficoltà del tempo presente nella congiuntura delicata che attraversiamo, e sappiamo che tali difficoltà si aggiungono alle storiche ferite del Meridione”. Inizia così il documento finale dei vescovi del Meridione, al termine del convegno “Chiesa nel Sud, Chiese del Sud”. “Le nostre comunità ecclesiali sono pienamente attraversate – sottolineano i presuli – dalle storie dei singoli e dalle vicende dei nostri popoli visitati dalle crisi economiche, affettive e sociali, che arrivano a mettere in ginocchio la fiducia dei genitori, dei giovani e dei lavoratori. Ogni giorno in tanti bussate alle nostre porte per ritrovare la parola persa del conforto e del significato dei nostri giorni”. “La vostra mancanza provoca il cuore” dei vescovi, “incapaci di moltiplicare il pane delle mense; abbiamo tuttavia il coraggio della nostra fede”. Sono tante “le ricchezze che il Signore Dio ci ha donato: patrimonio di bellezza, di solidarietà e di accoglienza”. “Forse – dicono i vescovi – non sempre stati buoni custodi con voi di questi doni, ma insieme vorremmo ritrovare le nostre radici, il nostro patrimonio umano e spirituale, per offrirlo non solo alle nostre genti ma all’intero Paese, all’Europa e ai Sud del mondo che come noi cercano un sole di speranza”.“Vorremmo che la speranza del Sud – affermano i vescovi – fosse la speranza del Paese. Per ritrovare pienamente noi stessi bisogna però correggere alcune distorsioni, insinuatesi nei nostri stili di vita: la fede deve essere nettamente coerente con la vita. Come permettere oltre che ci sia distanza tra culto e storia, tra scelta credente e vita concreta, nel lavoro e nelle professioni, nella famiglia,nell’economia e nella politica?”. Perciò, “i laici che vivono le nostre comunità e le nostre associazioni dovranno maggiormente dare ragione della speranza che è in loro nei posti che quotidianamente vivono, uscire cioè dalle mura del tempio per incarnare nella società il Vangelo di Cristo”. Uno sguardo poi alla realtà del Sud: “Parrocchie vivaci, associazioni, movimenti e volontariato generoso e attivo, una parola che ancora unisce gran parte della popolazione in una società che tende alla disgregazione”. “Questo – sostengono – è il nostro patrimonio. Desidereremmo quasi un nuovo patto per ritrovare insieme la passione civile, fondata per parte nostra sulla fiducia nell’uomo che il Vangelo esprime, quasi un tessuto connettivo nel quale tutti possano esprimere liberamente se stessi”. Per costruire “insieme un mondo migliore per i nostri figli” è necessario che “la generosità che come meridionali ci caratterizza, passasse dall’emozionale ad una costante strutturale”.“Questo convegno è stato un segno profetico della profonda comunione delle Chiese del Sud, che vogliono dire con chiarezza che la speranza per noi non è morta, che vuol essere solo rinverdita”. Lo ha detto il card. Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, al termine del convegno “La Chiesa nel Sud, le Chiese nel Sud”. “Il nostro auspicio – ha aggiunto – è che questo incontro non resti fine a se stesso, ma possa essere utile in un cammino di tutta la Chiesa italiana per avere un documento nazionale, a vent’anni da quello del 1989. Inoltre, troveremo sicuramente modalità e forme per continuare la collaborazione tra le Chiese del Sud”, com’è avvenuto per questo convegno. “In Puglia – ha annunciato mons. Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari – stiamo preparando un convegno regionale sul laicato”, proprio per superare “l’incapacità di collegare fede e impegno nella storia”, anche con la consapevolezza che “oggi le Chiese del Sud registrano una vivacità superiore al passato”. Quindi, è necessario “dar voce di più al laicato, ma anche i giornalisti non si interessino solo a quello che dicono i vescovi”. Rispetto al problema dell’immigrazione, “nelle nostre regioni – ha osservato mons. Agostino Superbo, arcivescovo di Potenza – nelle nostre regioni c’è stata un’accoglienza forte, tanto che ci presentiamo al resto della terra come Sud del mondo”.Sir