Cultura & Società
Convegno Cet, Sequeri: “Rieducare la sensibilità estetica. Chi entra in chiesa si trova davanti al mistero””
La porta delle nostre chiese, ha ricordato Squeri, “dà sulla strada, e chi entra anche se è ateo si trova davanti al mistero”. Molto però dipende “da quello che trovi oltre la soglia. Dovresti trovare l’incanto. Spesso trovi trincee di panche, camminamenti che spingono sui lati, luci che illuminano come un hangar e non lasciano spazi di penombra in cui rifugiarsi”.
Sequeri ha illustrato il tema assegnato dalla Commissione Cultura e Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Toscana, cioè “L’arte come luogo di accoglienza”. Una critica nemmeno troppo velata alla contemporaneità, quella di Sequeri che, dinanzi ad un pubblico attento e variegato, ha espresso la convinzione secondo il quale “se vogliamo essere persuasivi come cristiani, in questo nuovo millennio, non possiamo prescindere dai canoni dell’Umanesimo e del Rinascimento che Michelangelo e Raffaello ci hanno consegnato. E Firenze in questo ne è esempio riuscito”. Una stoccata anche alla forma attuale ecclesiastica più che ecclesiale; per Sequeri, infatti, la Chiesa post tridentina – che una certa formazione odierna ha voluto blindata culturalmente – in realtà ha incontrato i migliori artisti del suo tempo, consegnando alla storia dell’uomo i più grandi elaborati artistici che oggi tutto il mondo ci invidia. Elaborati – ossia manufatti – cristiani che hanno segnato e segnano il pensiero umano. Riflessione, liturgia ed esperienza estetica si intrecciano in un patto educativo da riscoprire con urgenza perchè si arrivi a quella essenza e a quella originalità del cristianesimo. L’estetica è dunque la via che oggi ci propone lo Spirito per giungere ad una nuova forma di annuncio, incisiva e quanto mai efficace per l’uomo del nostro tempo.