Toscana

CONVEGNO A FIRENZE SULLA COSTITUZIONE EUROPEA; CLAUDIO MARTINI: «RATIFICARLA SUBITO»

”Di fronte al rischio che l’Europa sia percepita come un disagio, i Comuni, le Regioni e tutte le autonomie locali hanno l’opportunità attraverso il loro protagonismo di dimostrare ai cittadini che l’Europa è invece utile, occupando tutti gli spazi, che non sono pochi, che il nuovo trattato e la Costituzione europea mette loro a disposizione”. E’ la ricetta contro l’euroscetticismo del presidente della Toscana Claudio Martini, che stamani ha partecipato nel Salone dei Duecento in Palazzo Vecchio a Firenze ad un’iniziativa dell’Associazione italiana per il Consiglio dei comuni e delle regioni d’Europa. Obiettivo: far conoscere a tutti la nuova Costituzione europea – c’è anche un sito, http://europa.eu.int/futurum – ed organizzare i mille dibattiti per l’Europa chiesti dal Parlamento, dalla Commissione e dal Comitato delle Regioni.

“Pensiamo a come sarebbe diversa la Toscana senza i fondi europei, che negli ultimi anni abbiamo saputo utilizzare al 115 per cento, impiegando anche risorse non spese da altri. L’Unione – dice Martini – si construisce anche dal basso. E questo è un compito che spetta alle autonomie locali”. Poi avverte: “La Costituzione sarà firmata a Roma il 29 ottobre. Ma non entrerà in vigore fino a quando tutti e 25 gli Stati non la ratificheranno, con il voto del parlamento o attraverso un referendum. Dobbiamo lavorare perché ciò avvenga senza intoppi, informando i cittadini”.

“La Costituzione oramai non si può più cambiare. – commenta sempre il presidente, che è stato uno degli osservatori durante i lavori della Convenzione presieduta da Gisgard D’Estaing – Poteva essere più avanzata, ma rispetto al trattato di Nizza di quattro anni fa ci sono anche molti passi avanti e nessuno soprattutto indietro”. Scontato dunque, per Martini, un voto favorevole. Oltretutto per le regioni, gli spazi e i ruoli sono cresciuti. “Viene riconosciuta la dimensione regionale dell’Europa – spiega Martini – C’è il principio della coesione territoriale. Le Regioni potranno anche ricorrere alla Corte di Giustizia laddove ritengano disapplicato il principio di sussidarietà e saranno sempre loro a dover attuare in concreto le politiche europee”. Un’Europa dinamica, che spetterà alle Regioni rendere tale. (cs-wf)