Toscana
Contro spreco e fame il Banco rilancia
di Marco Lapi
Il Banco rilancia. Non c’era altro modo per sostenere la duplice sfida quotidiana contro lo spreco divenuto abitudine e la povertà sempre crescente, due piaghe cui davvero non ci si può rassegnare. Così, dalla Colletta 2006 in poi, lo «zoccolo duro» dei volontari del Banco Alimentare della Toscana non ha esitato a «puntare di più» nella partita della solidarietà, scommettendo sull’ampliamento del magazzino passato da 695 a 1150 metri quadri e, più recentemente, sul progetto «Siticibo». Dall’8 ottobre scorso, quello che solo pochi mesi fa appariva come un sogno di difficile realizzazione si è trasformato in realtà, come avvenuto da tre anni a questa parte a Milano e Como. Una realtà certo piccola, per il momento, ma destinata a crescere se crescerà il numero delle persone disponibili a offrire un pomeriggio o più alla settimana per questa causa.
«Siticibo afferma Francesco Romualdi, responsabile di questa nuova avventura assieme al direttore del Banco della Toscana Marco Tommasi, con lui nella foto in alto a sinistra è un servizio nato in Lombardia con la finalità di trasformare lo spreco alimentare in risorsa attraverso una modalità innovativa: il ritiro quotidiano delle eccedenze non consumate di cibo cotto o fresco nel circuito della ristorazione organizzata e l’immediata consegna a enti caritativi che assistono persone bisognose». In Toscana, grazie a un finanziamento della Provincia di Firenze, è stato possibile avviare uno studio di fattibilità e un successivo progetto pilota coinvolgendo otto scuole materne ed elementari, ora divenute nove essendosene aggiunta un’altra che, venuta a conoscenza dell’iniziativa, ha chiesto immediatamente: «Perché non venite anche da noi?». Sono tutti istituti del comune di Sesto Fiorentino, il primo ad aver offerto la propria disponibilità per sostenere il progetto pilota, e sono stati individuati d’intesa con «SestoIdee», istituzione per i servizi educativi, culturali e sportivi del territorio comunale. Anche la società «Qualità e servizi», che gestisce la ristorazione presso le mense scolastiche di Sesto e di altri tre comuni dell’area fiorentina (Fiesole, Campi Bisenzio e Signa) si è dichiarata disponibilissima all’iniziativa e ben felice come tutti gli altri soggetti interessati di poter contribuire a evitare, almeno in parte, il quotidiano spreco, non frutto di negligenza ma del meccanismo stesso di qualsiasi refezione organizzata. Il risultato è che, dal lunedì al venerdì, i 50-60 kg di pane, frutta e merendine quotidianamente recuperati vengono subito ridistribuiti a quattro istituti assistenziali fiorentini individuati nell’ambito dello studio di fattibilità (Madonnina del Grappa, Cottolengo, Anffas e Suore di Madre Teresa), per un totale di circa una tonnellata di cibo al mese salvata dalla distruzione.
«Oltre al rapporto con le persone interessate all’iniziativa e all’indubbio aspetto educativo del progetto sia nei confronti dei bambini che degli stessi addetti alla ristorazione racconta ancora Francesco Romualdi il bello di questa esperienza sta nelle amicizie che nascono nelle tre ore, tre ore e mezza di lavoro quotidiano, quaranta chilometri circa da percorrere dalle due alle cinque o poco più del pomeriggio, una fascia oraria decisamente da… pensionati!». E tali sono, non a caso, sia lo stesso Francesco che il direttore Marco Tommasi, come del resto buona parte dello «zoccolo duro» ricordato all’inizio. Ogni giorno, una coppia di volontari fa il «giro» sul furgoncino frigo acquistato grazie a un finanziamento della Regione Toscana. In tutto sono sette-otto, quindi a qualcuno tocca già più di un turno alla settimana. Ne servono di nuovi; la speranza e l’appello è quella di reperirli anche approfittando della giornata della Colletta. C’è infatti voglia di espandere il giro, coinvolgendo altre scuole nonché altri enti destinatari e magari recuperando anche il «non scodellato», cioè il cibo già cotto e non distribuito: ma per questo occorrerà che chi gestisce le mense si doti dei necessari abbattitori di calore.
L’appello per un maggior numero di volontari non è però il solo che l’Associazione Banco Alimentare della Toscana lancia per il prossimo futuro. Servono, infatti, anche contributi per sostenere le ingenti spese di affitto del magazzino, ovviamente aumentate assieme ai metri quadri e solo in parte coperte da un finanziamento dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. E servirà, quest’anno, una generosità ancora maggiore nel giorno della Colletta, che lo scorso anno a livello toscano fece registrare una sia pur lieve flessione (685 tonnellate contro le 713 del 2005) dopo la serie di record consecutivi degli anni precedenti. Il perché è presto detto: crescono gli enti convenzionati e gli indigenti assistiti (rispettivamente, al momento attuale, 503 e 62 mila 500); cresce, conseguentemente, la quantità dei prodotti distribuiti (la stima di quest’anno parla di 2027 tonnellate, il 15% in più rispetto al 2006), ma in futuro diminuirà drasticamente la più importante fonte di approvvigionamento costituita dell’Agea, l’agenzia governativa per le erogazioni in agricoltura, che gestendo le eccedenze agricole destinate appunto a ridursi del 40%, almeno per quanto riguarda i cereali forniva annualmente il 43% dei prodotti contro il 34% della Colletta, l’8% dell’industria alimentare e il 15% della grande distribuzione organizzata. «Tutti i nostri sforzi afferma Natale Bazzanti, presidente del Banco della Toscana sarebbero quindi inutili senza l’apporto delle migliaia di persone che ogni anno, con la loro spesa della solidarietà, contribuiscono al successo della Colletta Alimentare, il cui apporto, in proporzione, è appunto destinato a divenire sempre più importante. E allora, nonostante il non felice momento economico che da tempo pesa su un numero sempre maggiore di famiglie, ci permettiamo di chiedere a tutti, quest’anno, una generosità ancora maggiore».
«Il contributo degli Alpini, modesto ma impegnativo ed efficace spiegava in occasione di una delle ultime Collette Marco Ardia, del Gruppo di Firenze è particolarmente gradito alla popolazione e all’organizzazione. La presenza degli Alpini alla Colletta viene interpretata dalla popolazione come ulteriore garanzia di buona finalità dell’iniziativa e, aspetto non meno importante, dà un tono vivace, quasi allegro alla manifestazione».
L’Associazione Nazionale Alpini conta in Toscana tre sezioni (Massa, Pisa-Lucca-Livorno e Firenze) nelle quali convergono decine di gruppi. Alla sezione di Firenze fa capo anche l’intera Umbria. Ovviamente, i soci della nostra regione non sono paragonabili, nel numero, alle sezioni e ai gruppi dell’Italia del Nord o di altre regioni montane come l’Abruzzo, ma lo spirito è identito e sopperisce a ogni divario. E poi, come si sa, la Colletta è… contagiosa: «Si aggregano a noi sempre più si leggeva alla fine dello scorso anno nel numero unico del Gruppo di Firenze mogli, figli e figlie, amici oltre agli Amici degli Alpini (anch’essi ufficialmente iscritti all’Ana, n.d.r.), conoscenti e simpatizzanti». Una bella compagnia, insomma, sul fronte della solidarietà, nel quale l’impegno di quel vero e proprio esercito che è l’Associazione a livello nazionale, come dimostrano le sorpendenti cifre del «Libro Verde», non è davvero secondo a nessuno.
Anche quest’anno, dunque, l’impegno è garantito. Poi ci sarà modo di festeggiare, come sempre col «rancio» e un buon bicchiere di vino consumati assieme.
La somma raccolta è devoluta in parte ancora alle famiglie assistite dalla rete di volontari che partecipano al progetto Recupero merce sotto forma di buoni alimentari, e in parte alle iniziative di solidarietà internazionali del Cuore si scioglie.
La Festa è un recupero nel recupero. Ossia la raccolta e la vendita di tutto ciò che all’interno del progetto Re.So. (Recupero e solidarietà) non è possibile destinare direttamente alle famiglie assistite.
Trasformare lo «spreco» in risorsa, riutilizzando tutti i prodotti invendibili è l’obiettivo del progetto «Re.So.» che ha mosso i primi passi nel 1998. La merce viene ritirata da Publiambiente nei punti vendita Coop in appositi contenitori e stoccata nel magazzino comunale. Da qui parte l’avventura dei tanti volontari che hanno preso parte al progetto, per classificarla e distribuirla agli enti assistenziali che ne fanno richiesta. Oggi accanto alle sezioni soci Coop di Empoli e Lastra a Signa, sono coinvolte tutte le più importanti associazioni di volontariato dell’area: Auser Filo d’Argento, Venerabile Misericordia, Pubblica Assistenza, Caritas. Naturalmente ci sono i quattro supermercati dell’Empolese e l’Ipercoop di Lastra a Signa, e poi Publiambiente, la Asl 11 per le certificazioni sanitarie. Le istituzioni che hanno sottoscritto la convenzione su cui si basa Re.So. sono i Comuni di Empoli, Montelupo Fiorentino, Vinci e Lastra a Signa.
Ora, grazie ad un meccanismo sempre più perfezionato dal punto di vista organizzativo, si sono aperti nuovi sviluppi per Re.So.. In primo luogo sono già entrati operativamente nel conferimento delle merci, i punti vendita Coop dei comuni di Fucecchio, Certaldo e Castelfiorentino. Mentre si sta lavorando con l’Agenzia per lo Sviluppo Empolese Valdelsa per allargare l’iniziativa ad altre catene, altri negozi o imprese private del settore alimentare e non alimentare.