Toscana

Continuità affettiva, Saccardi: «Una legge che valorizza l’affido, espressione di generosità e solidarietà»

Saccardi sottolinea che “l’affido rappresenta una grande espressione di solidarietà e generosità dando risposta ai bisogni affettivi ed educativi di figli di famiglie in difficoltà”. La Regione Toscana, come ricorda l’assessore, ha sostenuto con ottimi risultati l’istituto dell’affido familiare nell’ambito delle politiche dedicate all’infanzia e all’adolescenza che hanno attivato da anni una rete consolidata di servizi mirati. Accanto ai quattro Centri adozione di Area vasta di Firenze, Prato, Siena e Pisa, sono diffusi sul territorio regionale ventiquattro Centri per l’affido che provvedono a tenere viva l’attenzione sui bisogni di bambini che per vari motivi non possono continuare a vivere nella propria famiglia. Grazie ad un lavoro di rete con i servizi sociali dei comuni e con i servizi di psicologia delle aziende sanitarie, tali centri con il loro personale specializzato preparano e selezionano famiglie e single disponibili a questa esperienza di solidarietà.Su tale rete si sono innestate nel corso degli anni una serie di progetti tra cui segnaliamo ultimi in ordine di tempo i percorsi di collaborazione attivati con il Forum Toscano delle Associazioni per la Famiglia, sperimentando una co-progettazione territoriale per diffondere la conoscenza dell’affidamento familiare e valorizzare le risorse di accoglienza del mondo dell’associazionismo. Nel 2014 attraverso l’utilizzo dei Fondi Famiglia è stato rilanciato anche un percorso di sostegno per consolidare interventi integrati sulle famiglie.La Regione è impegnata anche in progetti per nuclei in difficoltà che faticano a costruire relazioni positive con i propri figli, come i due programmi dedicati alla prevenzione dell’allontanamento dei bambini dal contesto familiare e al recupero o rafforzamento delle capacità educative e di accudimento dei genitori: il programma PIPPI ed il progetto Risc-PersonaLAB, promossi rispettivamente dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in collaborazione con l’Università di Padova e dalla Fondazione di studi Sociali Zancan di Padova.Qualche numero sugli affidiNel 2014 i dati del Centro regionale Infanzia e adolescenza, raccolti in stretta collaborazione con le zone sociosanitarie e le società della salute toscane, indicano che i minori fuori famiglia nella nostra Regione erano circa 2.000. Di questi 1.204 in affidamento familiare e 792 accolti in strutture residenziali (con 319 – circa il 16 per cento – di minori stranieri non accompagnati).

L’aumento più consistente si è registrato soprattutto nell’ultimo anno di rilevazione: tra il 2013 e il 2014, infatti, si passa dai 1.115 minori in affidamento ai già citati 1.204, con un incremento dell’8 per cento. Nel corso del 2014 aumentano gli italiani, che passano da 782 a 814 (+4 per cento), cresce il numero degli stranieri, che passano da 266 a 290 (+9 per cento) e aumentano in particolar modo i minori stranieri non accompagnati, che in un anno passano da 67 a 100, per un aumento percentuale del 49 per cento. Nel 2014 i maschi incidono per il 56 per cento del totale degli affidamenti familiari e si sposta in avanti l’età media, con un 28 % di 15-17enni.