Il nodo critico, cruciale e decisivo, di tutte le questioni che riguardano la sessualità, la coppia, il matrimonio, la famiglia, la procreazione, la vita è da individuare nell’antropologia, ossia nella visione dell’uomo che necessariamente soggiace in ogni nostro intervento consultoriale. Lo ha detto ieri, mons. Giancarlo Grandis, consulente ecclesiastico della Confederazione italiana dei consultori familiari d’ispirazione cristiana (Cfc), concludendo il XV convegno nazionale, che si è tenuto a Palermo, dal 6 al 9 novembre. Pensare che nell’esercizio della professione, che ha come interlocutore non una cosa ma una persona, si possa rimanere antropologicamente ed eticamente neutri, risulta alla fine profondamente ingannevole ha aggiunto mons. Grandis -. Quando si tratta della persona umana non è possibile nessuna neutralità. Occorre prendere posizione. O con e per la persona o contro la persona. Analizzando, poi, il contesto culturale odierno caratterizzato dalla modernità, il consulente ecclesiastico della Cfc ha evidenziato come la teologia abbia individuato nel concetto di dono un nuovo e più adatto strumento semantico per ripensare il fondamento antropologico e teologico della relazione uomo-donna nella forma storica del matrimonio. Questa strada, ha ricordato, è stata aperta dal Concilio Vaticano II. L’identità sessuale del maschile e del femminile ha riflettuto mons. Grandis non sono riconducibili solo a dati meramente biologici e in quanto tali manipolabili, ma a dati simbolici che rivelano una verità ontologica che li trascende. In essi vi è scritto il progetto di Dio che l’intelligenza è in grado di conoscere e interpretare e a partire dai quali l’uomo è chiamato a elaborare il proprio progetto di vita come un compito affidatogli dal Creatore: diventare ciò che è. Perciò, oggi l’antropologia cristiana sta attraversando una stagione di grandi sfide che si può riassumere, principalmente, nella sfida dell’umanesimo, i cui punti nodali sono la sfida dell’origine (creazionismo o evoluzionismo?), la sfida dell’identità (sesso o genere?), la sfida dell’intangibilità (persona o materia biologica?). Per mons. Grandis, il risultato più prezioso che la ricerca antropologica della nostra cultura ha prodotto è il concetto di persona per indicare la dignità dell’uomo e lo scarto del suo essere nei confronti di tutti gli altri esseri. Oggi è proprio questo concetto, così faticosamente elaborato tra fede e ragione, a essere sotto tiro.Sir