Toscana
Consorzi di bonifica, comprensori ridotti da 41 a 6
Riforma radicale per il sistema dei consorzi di bonifica in Toscana. Una proposta di legge è stata di recente avanzata al Consiglio dalla Giunta regionale e proprio su di essa, ieri pomeriggio, le commissioni consiliari Agricoltura e Territorio, competenti in materia, hanno svolto nell’Auditorium di Palazzo Panciatichi un seminario, cui ha partecipato anche l’assessore all’Ambiente, Anna Rita Bramerini, per fare il punto sulla proposta ed ascoltare i soggetti e gli enti interessati alla riforma. La proposta di legge, nella sostanza, prevede il riordino e la riduzione sostanziale dei soggetti preposti all’attività di bonifica, cioè dei consorzi, in coerenza con i principi dell’intesa fra Stato e Regioni.
La legge è stata illustrata dal presidente della commissione Territorio ed Ambiente, Vincenzo Ceccarelli (Pd) il quale ha evidenziato che «la riforma suddivide il territorio in soli sei comprensori contro gli attuali 41 e razionalizza i gestori, tredici consorzi di bonifica, tredici unioni di Comuni ed otto consorzi interregionali». L’assessore regionale Bramerini ha spiegato: «La razionalizzazione che proponiamo si rende necessaria in un’ottica di risparmio e alla luce dell’attuale frammentazione ed eterogeneità negli enti gestori».
La riorganizzazione intende garantire l’uniformità delle attività dei consorzi in tutto il territorio. Si intende mantenere il tributo di bonifica, benché rivedendone alcuni parametri, dal momento che è l’unico introito finalizzato alla manutenzione del reticolo idraulico. La riforma, tuttavia, vuole rendere trasparente il contributo versato da ogni consorziato e per questo sarà la Giunta regionale a dare indicazioni su come redigere i piani di classifica, i quali determineranno le necessità di manutenzione e gestione di un corso d’acqua e le modalità di ripartizione dei costi fra i privati.
Fra gli scopi della legge, inoltre, ci sono il far sì che su ogni territorio vi sia una corrispondenza fra tributo ed interventi in opere di manutenzione nonché la semplificazione e la sburocratizzazione dell’attività amministrativa e la riduzione degli organi politici con le relative spese di mantenimento. In più la riforma attribuisce le funzioni di indirizzo e di controllo alla Regione, cui va anche l’approvazione del piano di bonifica con il concorso delle Province e dei Comuni.